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Il "gretino" non è un vero green: il libro-analisi sul credo di Greta Thunberg
Il partito verde secondo i conservatori. Video intervista a Francesco Giubilei
Stiamo uscendo dalla pandemia, ma molti studiosi hanno avvertito: "C’è una interconnessione tra inquinamento climatico e diffusione delle malattie infettive".
Molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviaria, influenza suina e oggi il nuovo coronavirus – non sarebbero eventi catastrofici casuali, ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali: così ha affermato ad esempio il WWF.
E’ stato citato da molti giornali quel celebre passaggio del romanzo di Quammen, dove, con otto anni di anticipo, si descriveva una epidemia arrivata “da una foresta pluviale o da un mercato cittadino della Cina meridionale”. (David Quammen in “Spillover. L’evoluzione delle pandemia”)
Che fare?
Francesco Giubilei, nel suo voluminoso trattato “Conservare la natura” (Giubilei Regnani Editore) elabora oggi una prima riflessione sulla filosofia verde, dopo l’allarme e i morti del Covid 19.
“C’è un’ipocrisia di fondo nell’attuale ambientalismo - scrive nel suo attuale saggio da poco in libreria - sintetizzata alla perfezione da quanto avvenuto recentemente in Germania dove, per costruire una nuova fabbrica per le auto elettriche della Tesla, è stato proposto di disboscare una foresta con 92 ettari di conifere. Pini o auto elettriche? La scelta di Berlino è emblematica, e senza entrare nel merito del reale impatto delle auto elettriche nel diminuire le emissioni di CO2 (vi sono studi contraddittori sul tema), è necessario porre enfasi sul paradosso che emerge da questo episodio (così come da tanti altri).”
Insomma, il “gretismo”, accusa Francesco Giubilei, “non mette la bellezza al primo posto”.
Giubilei ne analizza le contraddizioni e tenta di elaborare una guida alternativa con un “verde” che si colora di strapaese e di sovranismo.
Ecco dunque il manuale del conservatore verde.
E’ il primo saggio dedicato ad approfondire in modo storico le tematiche sollevate alla green economy. Dietro Greta, il niente? Ecco le tracce di un partito green secondo i green- conservatori.
La crescita dei partiti sovranisti e “national populist” alle elezioni europee del 2019 è andata di pari passo con quella dei partiti verdi. E sta nascendo un “green patriotism” o un “eco-nazionalismo”, avverte Giubilei.
Il libro offre un dottissimo excursus nell’arcipelago dell’ecologismo europeo, che non può che meravigliare il lettore.
Ecco ad esempio Mino Maccari (1898-1989), fondatore della rivista “Il Selvaggio”, i cui principali esponenti sono Leo Longanesi e Curzio Malaparte. Alla base di Strapaese c’è il concetto di genius loci – lo spirito del luogo – di derivazione romana.
Strapaese esalta la natura e l’identità del popolo e del territorio, l’architettura razionalista deturpa invece il paesaggio con colate di cemento.
Maccari era dunque un “gretino”?
E poi i benedettini... "Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale?" si chiede Giubilei. “Dobbiamo ai monaci la ricostruzione agraria di gran parte dell’Europa. Ovunque andassero, i benedettini trasformavano terra desolata in terra coltivata. Intraprendevano la coltivazione del bestiame e della terra, lavoravano con le proprie mani, prosciugavano paludi e abbattevano foreste». Un esempio per coniugare tutela della natura e il progresso”.
Ecco ancora il filosofo Rosario Assunto, con una riflessione che cade sulla riesumazione recente del Ponte di Messina: “Coloro che qui, sullo Stretto, hanno programmato il ponte, e sulla costa, poco più a nord, vagheggiano stabilimenti industriali, dove sono boschi d’ulivi e d’aranci; e si adoperano affinché in questi mari nessuno più peschi il pesce spada, nessuno vi sia nelle campagne a coltivar melanzane, peperoncini di fuoco; e fichi più dolci di certo miele”.
Ma, in concreto, qual è la visione della natura da parte dei conservatori? chiediamo a Giubilei.
“La definirei una oikophilia, amore per l’oikos, la propria casa, ed è proprio il rispetto per l’oikos (che si contrappone alla oikophobia, il ripudio della propria casa) che caratterizza l’ecologismo di matrice conservatrice“.
Giiubilei nel suo saggio enfatizza l’importanza delle piccole associazioni che oggi sono l’opposto dei grandi gruppi ambientalisti come Greenpeace, Friends of the Earth ed Earth First! che travalicano le giurisdizioni nazionali.
Chi c’è allora dietro Greta Thunberg e le manifestazioni per il clima organizzate in tutto il mondo?
Gran parte del volume è dedicato infatti a Greta Thunberg: “E' il dogmatismo che ha assunto sostituendosi de facto alle religioni tradizionali.
La giovane attivista svedese Greta Thunberg, che tanto seguito sta avendo per le sue battaglie ambientaliste, incarna esattamente questo ruolo di sacerdotessa di una causa tanto buona quanto religiosa. La ragazza, si sarebbe detto un tempo, ha un approccio mistico e uno stile di vita conseguente, con un totale disinteresse verso le questioni temporali.
Oggi, una delle religioni più potenti del mondo occidentale è l’ambientalismo. È la religione degli atei urbanizzati.”
Gli chiediamo allora: le grida di allarme di Greta Thunberg – «agite subito, non c’è più tempo» – devono essere prese sul serio?
“E’ fondamentale porre l’uomo al centro di un ecologismo che non consideri gli esseri umani una minaccia per l’ambiente, bensì una risorsa per conservarlo e tutelarlo. In quest’ottica, la tradizione cattolica che vede l’uomo nato da Dio e posto al centro del Creato con il dovere di conservare e amare la natura, è senza dubbio condivisibile. Al tempo stesso è necessario un ambientalismo che parta dal basso, dalle comunità, piuttosto che da imposizioni dello Stato o, peggio ancora, di entità sovranazionali che intervengono modificando la vita dei cittadini, senza tenere in considerazione usi e costumi dei popoli, tradizioni locali. In poche parole, un ambientalismo globalista che ci vorrebbe tutti uguali dimenticando le identità locali fatte di particolarismi e differenze.”
No insomma all’ambientalismo dirigista, “a un settore pubblico abnorme, alte tasse che finanziano un welfare modello, lo Stato etico e il consenso asfissiante”.
Il nuovo conformismo è verde, sentenzia Giubilei.
“Dove sono ormai scomparse le ideologie e le categorie novecentesche, e in cui la religione sta sempre di più perdendo la propria funzione schiacciata dalla secolarizzazione dilagante, l’ecologismo diventa la nuova “religione civile” basata sul conformismo dilagante in cui, già dagli anni Sessanta, la televisione e i media hanno assunto un ruolo centrale con una forte funzione didattica e pedagogica. Insomma, l’ambientalismo di Greta Thunberg e dei Fridays for future. Il governo svedese non utilizza violenza e intimidazione come i vecchi totalitarismi ma si basa sulla persuasione e manipolazione delle coscienze dei cittadini.”
Chiediamo infine al saggista Giubilei il perché di questo trattato verde di area antitetica al “gretismo”: “Perché dedicare spazio all’ambientalismo di sinistra in un libro che nasce con l’obiettivo di spiegare come la conservazione della natura sia un tema caro alla destra? Il motivo è semplice: la sinistra negli ultimi anni ha abbandonato le battaglie che storicamente l’hanno caratterizzata, interessi economici rappresentati dalle aziende che operano nei settori delle energie alternative, del riciclo, della mobilità sostenibile. C’è una azienda che inquina ma dà lavoro a migliaia di persone? Per gli ambientalisti black and white la soluzione è chiuderla immediatamente. I ragazzi di Greta: “Sogniamo il ’68 dell’ambiente”.
E prosegue Giubilei:
“Oggi è in atto un tentativo da parte dell’establishment che governa l’Unione europea di trovare un «supplemento d’anima» o «un’anima» vera e propria al progetto europeo. Pensiamo poi a Mao e al suo disprezzo della società tradizionale cinese, che ha portato alla distruzione della natura in Cina. Oggi la Cina (insieme all’India) rappresenta una delle nazioni con il maggior numero di emissioni di gas serra, nonostante sia lo Stato (perciò il Partito Comunista) a gestire il controllo dell’economia”.
Conclude Giubilei : “L’ambientalismo conservatore è la salvaguardia del bello, nel solco della Tradizione e della tensione verso il Sacro.”