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“Il museo delle promesse infrante”: un romanzo che parla di tutti noi
Con il suo libro Elizabeth Buchan spalanca la porta dei ricordi, edito da Editrice Nord
Parigi, Berlino, Praga. Tre città dal fascino ineguagliabile e dalla storia importante, seppur profondamente diversa. Sono queste le cornici che fanno da sfondo alla storia raccontata da Elizabeth Buchan nel suo ultimo romanzo “Il museo delle promesse infrante”, uscito da poco in Italia per Editrice Nord.
Protagonista del libro è Laure Carlyle, una donna con tre personalità alquanto differenti a seconda dell’epoca in cui la conosciamo: a Praga nel 1986 è un’innocente ragazza alla pari, che scappa dalla sua vita in Inghilterra per dimenticare la morte del padre e si mette al servizio della famiglia Kobes; a Berlino nel 1996 è una sensuale single con un passato che la tormenta, assetata di vendetta, di risposte e di guai; a Parigi, oggi, ha finalmente raggiunto un discreto equilibrio psichico ed economico grazie al Museo delle promesse infrante.
È qui, tra le sale allestite nei vari piani di una vecchia casa su Canale Saint-Martin, che Laure espone oggetti dal valore prezioso: ciascuno di essi rappresenta un ricordo, spesso doloroso. È per questo che ai visitatori può accadere di sentirsi profondamente colpiti da qualche elemento in vetrina: un velo nuziale, un biglietto ferroviario, una marionetta, una tortiera decorata, una piccola scatola contenente un dentino. È tutto ciò che resta di promesse fatte con il cuore, ma poi non mantenute.
Dalla porta d’ingresso del museo un giorno entra la brillante giornalista May: audace ma sincera ed empatica, sarà l’unica a riuscire a sciogliere la corazza che Laure ha eretto negli anni per proteggersi dalla sofferenza e dal senso di colpa celati dentro di sé, svelandone così la storia. Che cosa le è accaduto di tanto terribile, da trasformarla in una donna ermetica? E l’amore, lo ha mai davvero incontrato?
L’autrice dà prova in questo romanzo di sapersi destreggiare molto bene tra i fili di una complicata struttura narrativa, intrecciando tra loro luoghi e tempi. Così, a poco a poco anche noi lettori veniamo a conoscenza dei fatti: scopriamo perché Laure si trovava a Praga nel 1986 e poi a Berlino dieci anni dopo, ma soprattutto intuiamo che una persona ha condizionato – nel bene e nel male – la sua intera vita. Si tratta di Tomas, il frontman della band ceca degli Anatomie; una semplice infatuazione giovanile secondo alcuni, un grave pericolo a detta di altri, molto di più per Laure, che in realtà non lo ha mai dimenticato.
In questo libro dove il lettore si sente irrimediabilmente tirato in causa, poiché ognuno di noi ha impresse sulla propria pelle le ferite di almeno una promessa infranta, la politica gioca un ruolo determinante nel pilotare le vicende dei personaggi. È forse proprio questo uno degli aspetti più interessanti del romanzo: sfogliarne le pagine è allora un po’ come ritrovarsi in Cecoslovacchia all’epoca del Comunismo, quando il Partito sopprimeva la libertà degli individui in nome di un benessere collettivo superiore. Erano giustificabili i crimini che i funzionari commettevano, accecati dall’ideologia? E al contrario, servivano a qualcosa le ribellioni sotterranee di cittadini e artisti, di cui Tomas costituisce solo un esempio? Ancora, come erano visti gli occidentali a quel tempo, come venivano trattati?
La Buchan ci porta indietro di qualche decennio per catturarci nell’atmosfera tesa di Praga e poi in quella confusionaria di Berlino, all’indomani della caduta del muro, fino a ricondurci a Parigi nei tempi odierni, dove tutto sembra cambiato, ma niente è stato davvero dimenticato.
“Il museo delle promesse infrante” non è semplicemente la storia di un grande amore irrisolto; è anche uno sguardo al nostro passato, ai mutamenti che hanno segnato i Paesi europei e alla nostalgia di quei ricordi che avrebbero potuto essere, ma non sono stati.
Intenso, poetico, sapientemente costruito, il romanzo di Elizabeth Buchan ci farà vivere molte storie parallele unite tra loro dal filo conduttore delle emozioni: quelle da custodire e proteggere per sempre.