Il nuovo libro del nobel Stiglitz contro il mondialismo
Il nobel Stiglitz rinnega il passato per salire sul carro dei vincitori?
Joseph E. Stiglitz ha vinto il premio Nobel per l’Economia nel 2001 e insegna alla Columbia University. È stato responsabile della Banca Mondiale e consigliere del governo Usa.
È appena uscito il suo nuovo libro, “Le nuove regole dell’economia” in cui partendo dal presupposto che l’economia mondiale non va bene ci descrive le cause di questo sfascio imputandole al neoliberismo che ha soffiato impetuoso negli Stati Uniti.
La cosa clamorosa è che proprio Stiglitz è stato il profeta di questo neoliberismo che ha provocato la grande recessione del 2008, come lui stesso ammette ora. Infatti il premio Nobel aveva scritto nel 2002 “La globalizzazione e i suoi oppositori” (Einaudi), un libro che è tutto un peana a quel neoliberismo che ora critica. Neoliberismo che è proprio figlio di quel globalismo di cui lui è stato un alfiere entusiasta, visto che c’ha fatto un libro e, soprattutto, ha fortemente influenzato la politica economica mondiale, dal suo ponte di comando della Banca Mondiale.
Scriveva allora: “il protezionismo non aiuterà l'economia nel suo complesso", mentre ora appare abbracciare proprio le nuove politiche economiche di Donald Trump e divenire anche Euroscettico.
La sua collaborazione poi con Amartya Sen e Jean-Paul Fitoussi, sono di per sé testimoniali di tale vocazione mondialista.
Ed allora, cosa occorre pensare per giustificare l’uscita (assai tempestiva) di questo libro così “revisionista” del suo pensiero economico, ma soprattutto politico?
L’effetto “salita sul carro dei vincitori” è uno sport non solo italiano, come noi ingenuamente pensiamo. È praticato in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti…
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