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Isabelle Adriani, da Hollywood al fantasy:"Il mio libro? Dedicato a chi sogna"
Intervista a Isabelle Adriani: “Con Le tre Terre debutto nel mondo del fantasy”
Ha recitato in decine di film in Italia e all'estero con numerose star di Hollywood, ha scritto più di dieci libri di fiabe e pubblicato album musicali. Eclettica e versatile, Isabelle Adriani è da poco approdata al genere fantasy con la sua ultima opera, “Le tre Terre” (Bertoni Editore). Un libro dedicato a tutti coloro che ancora si emozionano e vivono fino in fondo la loro vita e che hanno ancora la capacità di sognare. In questa intervista, Isabelle ci anche parlato della sua passione per le fiabe e di un progetto su cui sta lavorando.
Isabelle, è da poco uscito il tuo libro “Le tre Terre”. Com’è nata l’idea?
Ho scritto il romanzo “Le tre Terre” mentre mi trovavo nell’isola di Bali dove ho avuto quasi un’illuminazione e in sole due settimane ho finito di scriverlo. Il libro narra la storia di un enorme pianeta che si divide in tre terre, abitate l’una dal Demone Serignac che domina su tutto, la seconda dagli esseri fatati e la terza dagli esseri umani. Sarà proprio grazie ad una fanciulla umana dotata di ogni talento possibile che la libertà per umani ed esseri fatati sarà riguadagnata. All’interno è nascosta anche una frase segreta e chi riuscirà a scoprirla vincerà il Medaglione dorato del Mago Lilinder. Inoltre il libro si fa portavoce di un messaggio importante: è l’unione tra i popoli il vero antidoto al male.
Una storia in cui è forte il richiamo ai miti classici.
Ho sempre cercato di rintracciare le origini storiche delle fiabe, delle leggende e degli antichi miti, greci e latini. Ho scritto numeroso saggi come “Il DNA della Fiaba” distribuito da Amazon sulle storie ed i personaggi reali celati dietro le fiabe ed i miti classici, e studio ancora e sempre questo argomento che mi regala infinite sorprese legate all’origine dell’uomo. Sto lavorando ad un grande progetto tratto proprio dai miei libri e dai miei studi sull’origine storica delle fiabe, insieme ad un team in California, anche se non posso dire di più al momento. Oggi purtroppo stiamo perdendo di vista il valore della memoria. E’ importante invece tenere a mente le storie del passato perché sono legate a doppio filo a quelle del presente.
Il romanzo avrà un seguito, come accade abitualmente per il genere fantasy?
Si, le Tre Terre avrà un sequel. Al momento sono in fase di scrittura, ma ci vorrà più tempo perché con il primo volume ho avuto una vera e propria illuminazione ed ero in vacanza, ma ora sono impegnata su troppo fronti per dedicarmi solo a questo, anche se i personaggi de Le Tre Terre sono legati a persone che ho conosciuto nella mia vita.
Tutti i giorni sei in onda su Rai Radio Kids con il programma “Le fiabe della buonanotte”. Qual è la fiaba a cui sei più legata?
Nonostante la mia vita somigli a quella di Cenerentola, la mia fiaba preferita è “Biancaneve e i sette nani”. Non tutti sanno che Biancaneve nella versione originale della fiaba dei fratelli Grimm scampa alla morte per ben tre volte. Biancaneve ci insegna che tutti possono sbagliare ed essere fallibili. E poi di lei ho sempre apprezzato lo spirito altruistico nell’aiutare i nani. In lei mi rivedo molto considerando che sto insegnando teatro e fiabe ai bambini disagiati.
Cosa pensi della censura che è intervenuta di recente su alcuni classici della Disney?
Peter Pan scritto da Barrie è una storia che presenta risvolti psicologici interessanti. Assieme ad Alice nel Paese delle Meraviglie, scritta da Carroll, viene spesso citato in psichiatria, ma non sono fiabe della tradizione classica. Le fiabe come Cenerentola e Biancaneve invece, che fanno parte della tradizione popolare, tranne rare eccezioni, promuovono messaggi universali. Penso che la scelta di censurare alcuni cartoni derivi dalla considerazione di taluni aspetti pedagogici che probabilmente non corrispondono a ciò che viene definito ‘politically correct’. Mi sorprende però che tra questi sia stato incluso anche Dumbo che se ben ricordo porta con sé un importante messaggio di inclusione.
Intanto ti stai dedicando anche ad un altro progetto che vedrà coinvolte le nobildonne europee. Ci puoi anticipare qualcosa?
“The Fairies Cabinet 2022” è un progetto tutto al femminile a cui tengo moltissimo proprio perché coinvolgerà solo scrittrici e autrici donne. Durante i miei studi sulle fiabe, ho notato che gli autori di fiabe che più spesso vengono ricordati sono solo uomini: i fratelli Grimm, Basile, Straparola, Perrault, Andersen, Calvino, Gozzano, Rosari, Afanasiev. E’ una cosa che mi ha sempre fatto arrabbiare perché è un ingiustizia storica. Basti pensare che alla corte del Re Sole erano soliti riunirsi importanti artisti e scrittori come lo stesso Charles Perrault. Le nobildonne che ascoltavano rapite iniziarono a scrivere fiabe. Circa 100 anni dopo il Cavaliere Hans De Mayer le raccolse in 41 volumi. Sono rimasta talmente affascinata da questi racconti, che ho deciso di ricreare oggi “The Fairies Cabinet 2022”, una raccolta di fiabe scritte e riscritte dalle nobildonne europee che uscirà a Primavera del 2022.
A proposito di attualità, qualche giorno fa la Regina Elisabetta ha privato Harry e Meghan dei titoli e degli incarichi reali. Come reputi questa decisione?
I loro impegni come reali si erano interrotti a causa della loro decisione di trasferirsi negli Stati Uniti. Credo che la Regina non abbia apprezzato il trasferimento di Harry, anche perché lei ha dedicato la sua intera vita al regno e credo che le sia veramente impossibile comprendere la scelta del nipote. A mio avviso, Meghan avrebbe dovuto sposare un produttore e non un principe ereditario. All’inizio ero una grande fan di Meghan, ma la scelta che ha fatto e che è ricaduta poi sulla vita del marito non riesco a condividerla appieno, anche perché la metà delle ragazze del pianeta vorrebbero sposare un principe per poi vivere la vita di una principessa come Kate Middleton, e l’altra metà, che non desidera sposare un principe, fa giustamente altro, ma in nessuna fiaba la fanciulla arriva, sposa il principe e lo fa salire sulla giostra chiamata Hollywood che seppur affascinante, non vedo proprio come nuova casa per Harry. Meghan mi ricorda Wally Simpson e da quello che ricordo Edoardo VIII rimpianse moltissimo la sua scelta, ma ormai il dado era tratto. Ovviamente però non posso che augurare a loro tutta la felicità del mondo soprattutto ora che aspettano il loro secondo figlio.