Libri & Editori
“It starts with us”: arriva il sequel più atteso del 2023
Finalmente in libreria l’attesissimo seguito di “It ends with us” di Colleen Hoover
Colleen Hoover era già un’autrice da milioni di copie vendute nel mondo prima di It ends with us, ma con quel romanzo – pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer, come il suo seguito – è riuscita a scatenare un vero e proprio caso editoriale, grazie soprattutto al passaparola su TikTok. Tornano finalmente in libreria le avventure romantiche di Lily e Atlas con It starts with us.
Lo si vede praticamente in tutte le vetrine delle librerie, su ogni pagina social, in qualunque testata o blog che parli di libri. It starts with us è volato subito in testa alle classifiche come da previsione: d’altra parte, il suo predecessore – It ends with us – si era rivelato un caso editoriale da milioni di copie vendute nel mondo, con un passaparola su TikTok come raramente si era visto prima. L’autrice, Colleen Hoover, non è alla sua prima esperienza narrativa; al contrario, è considerata una delle scrittrici più lette a livello internazionale per chi ama il genere romance. Ed è per l’appunto questo che le lettrici di ogni Paese si sono sempre aspettate da lei: storie d’amore con molti “ti amo”, qualche ostacolo da superare, un po’ di erotismo piccante e il classico lieto fine. Una formula che fino ad ora la Hoover aveva sempre rispettato con precisione e che si era infatti rivelata vincente per ogni nuovo titolo.
Ad un certo punto della sua carriera, però, Colleen ha sentito il bisogno di raccontare una storia diversa: la sua. O per lo meno, ha sentito l’esigenza di inventare un personaggio che fosse ispirato a lei e alle sue esperienze di violenza subìte in famiglia, uscendo dal tracciato ormai ben conosciuto. È nato così It ends with us, che si è posto in un certo qual modo come un esperimento: come avrebbe accolto il suo pubblico un romanzo “diverso”? La risposta è stata netta e chiara: un successo strepitoso, oltre ogni aspettativa, segno da una parte che l’empatia femminile è ancora una forza indiscutibilmente presente, dall’altra che i temi trattati hanno – purtroppo – toccato in maniera personale più donne di quanto si sarebbe potuto immaginare.
Per chi non lo avesse letto, oltre a rimandare all’apposita recensione qui su Affaritaliani.it, facciamo un breve riassunto di It ends with us, fondamentale per comprendere il seguito. Lily è una bambina sottoposta allo stress di vivere in una famiglia in cui la violenza è all’ordine del giorno, in quanto il padre aggredisce tanto verbalmente quanto fisicamente la madre, e talvolta persino lei. Convinta di voler salvare la propria mamma e di non cadere mai e poi mai nelle stesse dinamiche, Lily si ritroverà invece intrappolata in un matrimonio dapprima fantastico, ma poi sempre più inquietante: contro ogni previsione, infatti, un uomo all’apparenza straordinario si rivela a poco a poco prepotente e intimidatorio, fino ad alcuni gravi episodi in cui lascia esplodere la rabbia e arriva alle mani. Sarà solo grazie ad amici fidati, a un percorso di crescita personale non affatto semplice e a una gravidanza che Lily riuscirà infine a rompere questo legame malsano. Parallelamente, la Hoover ci racconta la storia di Atlas, il primo amore di Lily. Anche il ragazzino è vittima di soprusi in famiglia, con una madre affetta da varie dipendenze e un padre del tutto assente, che un giorno lascia il posto a un patrigno autoritario. La presenza di Atlas in quella miserevole casa è talmente di troppo che viene letteralmente cacciato e si ritrova a vivere come un barbone, riparandosi in una baracca abbandonata proprio accanto a quella di Lily: è così che i due adolescenti, entrambi feriti e spaventati dalla vita, si conosceranno e si innamoreranno. Fino a quando ognuno dovrà prendere la propria strada e saranno costretti a separarsi, senza tuttavia dimenticarsi mai.
Alla fine del libro precedente avevamo dunque lasciato Lily (infelicemente) divorziata, con una neonata da accudire, ancora molti dubbi in merito al suo matrimonio e, di contro, Atlas finalmente realizzato, con due ristoranti ben avviati a Boston e una gratificante routine da single. Il loro fatidico incontro, dopo anni di lontananza, chiudeva It ends with us con un’entrata in scena di Atlas subito calato nei panni del protettore di Lily contro l’ira di Ryle. Ed è a questo punto che Colleen Hoover aveva intenzione di far terminare la sua storia, tanto da scrivere nella nota finale del seguito: “It ends with us – Siamo noi a dire basta è l’unico libro di cui ero assolutamente certa di non voler scrivere il sequel. Ritenevo che finisse dove doveva finire, e non volevo sottoporre Lily ad altro stress”. L’autrice non aveva però previsto il successo dirompente del suo romanzo e le infinite richieste da parte delle lettrici di un seguito incentrato soprattutto su Atlas e Lily, i quali finalmente si erano ritrovati, ormai adulti seppur ancora irrisolti.
Pertanto, eccolo sbocciare in un tempo alquanto rapido: It starts with us – Siamo noi l’inizio di tutto, da poco arrivato sugli scaffali di tutte le librerie del mondo per la gioia di milioni di lettrici, in Italia edito da Sperling & Kupfer. Che cosa dobbiamo aspettarci? Rispetto al romanzo precedente, la Hoover si riavvicina molto di più al genere romance, raccontando di fatto una storia d’amore romantica, con tanti “ti amo”, molti “per sempre”, promesse nuziali, momenti idilliaci, sesso piccante e lettere scritte a mano come accadeva in altri tempi. Gli ingredienti che fanno sempre colpo nelle donne ci sono tutti, ma non sono loro la parte più interessante del libro; piuttosto, la storia vale la pena di essere letta per le difficoltà che Lily deve superare una volta chiesto il divorzio da Ryle. La questione più importante su cui soffermarsi è infatti la volontà della Hoover di mettere in luce la cruda verità dei fatti, troppo spesso taciuta: quando si chiude con un ex violento e possessivo, non si chiude mai del tutto; anche quelle donne che riescono a dire “basta”, infatti, non sempre possono ricostruirsi una vita da nuovo, limitandosi a leccarsi le ferite e a svoltare pagina. Ciò è ancora più vero se l’uomo in questione è il padre dei propri figli, per cui sarà sempre presente nella vita dei bambini e di conseguenza anche in quella della madre.
Una delle scelte più difficili che Lily si trova a dover affrontare riguarda non a caso la decisione di denunciare o meno Ryle per le violenze subìte e per le intimidazioni che continua a ricevere. Si tratta di un dilemma che colpisce qualunque mamma in una condizione simile, poiché da una parte c’è la volontà di proteggere sé stesse e i propri figli, ma dall’altra c’è anche il desiderio di non privarli di un padre. Non ultimo, la speranza che l’ex marito aggressivo, geloso e manipolatorio cambi, imparando a gestire la propria rabbia, impiega a volte moltissimi anni prima di spegnersi, motivo per cui la maggior parte delle donne uscite da situazioni di abusi continuano a vivere nell’angoscia, nella paura e nella tensione costante. Alcune hanno più successo di altre nel rompere con il passato e nel ricostruirsi un presente accettabile, ma – come sottolinea più volte l’autrice attraverso le parole di Lily – spesso è solo una questione di caso o di fortuna: conta moltissimo, infatti, chi si ha attorno per avere una protezione o anche soltanto un aiuto, quali persone si incontrano durante il percorso di allontanamento, oltre ovviamente alle possibilità economiche e sociali che si possiedono oppure no. Dalle pagine del libro: “Ryle contrae la mandibola. Per il resto rimane impassibile. Guarda prima Allysa e poi Marshall. La tensione nella stanza è palpabile, ma lo è anche l’incoraggiamento. Sono così grata a entrambi che potrei piangere. Potrei versare delle lacrime per tutte le vittime che non hanno accanto persone come loro”.
Dunque è questo il motivo per cui il seguito di It starts with us merita di essere letto: non tanto per la relazione forse un po’ troppo fiabesca tra Atlas e Lily, o per le infinite promesse d’amore che lui – uomo perfetto non esistente su alcun pianeta fino ad oggi conosciuto – sigla con il sangue. Ne vale la pena, tornando seri, per rendersi conto che – a differenza di quanto si pensi – gli abusi non cessano quasi mai con un divorzio, una denuncia, un allontanamento o una rottura nei confronti della persona aggressiva che li ha messi in atto: nella maggioranza dei casi il timore costante persevera per anni e anni, influenzando negativamente il desiderio di guadagnare una propria indipendenza o la volontà legittima di vivere un nuovo amore. Per non parlare del terrore di perdere i propri figli, o di quello che qualcuno possa far loro del male, assumendo quindi su se stessi un peso enorme in termini di scelte, sacrifici, decisioni cruciali.
Concludo allora questa recensione con alcune significative parole della Hoover, che valgono per le situazioni al limite, ma anche per quelle meno drammatiche: “Il divorzio è difficile. Sapevo che lo sarebbe stato, ma è molto peggio di quanto non mi aspettassi. E affrontarlo con un figlio è mille volte più insidioso. Sei costretta a interagire con il tuo ex per il resto della vita. Devi trovare il modo di organizzare le feste di compleanno con lui oppure accettare di festeggiare separatamente. Devi pianificare le ricorrenze che ciascuno dei due trascorrerà con il bambino, i giorni della settimana, a volte persino le ore del giorno. Non puoi schioccare le dita e chiudere con la persona che hai sposato e da cui hai divorziato. Devi sopportarla. Per sempre”.