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La spinta, thriller sulla maternità infelice e i sentimenti oscuri delle donne

di Chiara Giacobelli

Essere madre non è sempre nelle attitudini di una donna: un tema scottante ancora oggi tabù nel thriller Rizzoli “La spinta”

Sarà forse questa pressione sociale e personale incessante, saranno le sue paure interiori mai affrontare o magari una questione di genetica a far sì che, effettivamente, la nostra anti-eroina si troverà molto in difficoltà nel ruolo di madre. Solo con la prima figlia Violet, però, perché tutto cambierà quando nascerà un piccolo maschietto; purtroppo, però, ancora una volta la felicità le verrà strappata di mano.

Tema parallelo e altrettanto interessante de La spinta è quello dei bambini violenti, aggressivi, talvolta al punto tale da arrivare ad uccidere. Può un bimbo, o un ragazzino di nove anni, compiere atti tanto malvagi? Ancora una volta la risposta che dà l’autrice è positiva, sebbene le motivazioni profonde di tali gesti vadano ricercate nel loro vissuto familiare, nella personalità spesso disturbata, nell’esigenza di sfogare rabbia o rancore e al contempo nella richiesta di attenzioni e di amore. Dunque, un bambino non può essere intrinsecamente malvagio, ma può diventarlo se indotto dalle circostanze, non avendo neppure un senso del giusto e dello sbagliato sufficientemente sviluppato.

Non posso dire di mettervi comodi sul divano per affrontare questa nuova lettura proposta da Rizzoli, perché non sarà un’esperienza spensierata e serena. Al contrario, tutti i sensi del lettore saranno sempre allerta, che sia per comprendere le ragioni dietro atti apparentemente inspiegabili, per scoprire la verità sulle morti accidentali o meno dei bambini e per far fronte a una suspense continua. Il thriller si fonde nel romanzo psicologico che indaga le zone più spaventose dell’animo umano: una bellissima opera che va sicuramente letta, riletta e discussa insieme.