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Leggerezza, di Laura Campanello, Mursia Editore

di Alessandra Peluso

La colomba, descritta da Kant, desidera volare alto leggera senza l'aria, inconsapevole del fatto che sia l'aria la sua forza. Ecco, a ciascuno di noi potrebbe accadere proprio questo, voler fare a meno della propria leggerezza, illudendosi di condurre una vita qualitativamente superiore. Non è così, e lo dimostra Laura Campanello con "Leggerezza".     
È un dialettico dispiegare le ragioni per le quali la vita va vissuta con "leggerezza": "La leggerezza è liberatoria e permette di immaginare diversamente da se stessi, il mondo, la propria vita: permette di uscire dalle abitudini per noi non vitali e trovare un altro modo di esistere, nel quotidiano come nella vita intera" (p. 7).
L'autrice, Laura Campanello, esercita con questo libro un pensiero filosofico che vorrebbe essere un sollievo nell'esistenza odierna complicata, nella quale si rincorre il tempo, ci si rabbuia e affatica per lo stress, il lavoro, per una ricerca spasmodica di avere ciò che non si ha.  
La vita è, come diceva Eraclito, armonia degli opposti, convivenza necessaria di chiari e scuri, dialogo dinamico tra limiti e risorse, tra doveri e piaceri, tra necessità e opportunità e assumere leggerezza nella vita, secondo Campanello, è appunto accettare il limite, considerare ogni possibilità nella giusta misura, giocare senza aggravarsi di pesi inutili.
E quant'è difficile, certamente. Ma possibile. E per incoraggiare ad assumere una condizione esistenziale "leggera", Laura Campanello fornisce alla fine del libro degli esercizi filosofici: leggere, ascoltare musica, contemplare la natura come un albero, i fiori di una pianta, le stagioni, scrivere un diario, una lettera o poesie; in sostanza, stimolare i sensi, sentire scorrere il sangue nelle proprie vene, sentirsi vivi. Questo sembra dirci anche "Leggerezza".
Inoltre, dire sì alla vita significa persino sapersi liberare dalla pesantezza dell'orgoglio, del senso di colpa, della rassegnazione, tornando a ridere, a sentirsi leggeri come farfalle. E l'uomo che vuol diventare leggero deve, prima ancora che amare la vita, amare se stesso, il proprio limite. L'amore, il gioco, l'insostenibile leggerezza dell'essere. Sapere tuttavia che la vita è fugace, è un momento, è unica.
A tal proposito, Kundera afferma che la vita che accade una sola volta è la cosa più leggera: per quanto le nostre vite possano essere terribili, belle, complicate; questo terrore, questo splendore e questa complicazione non significano nulla. A sostegno di ciò, è il fardello, il peso, che rende coscienza di sé, porta a rivalutare la vita e a dar un nuovo significato alla leggerezza; l'assenza assoluta di un  fardello, infatti,  fa sì che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, diventi solo a metà reale e quindi l'essere perda di significato.
La vita è straordinaria, dunque, proprio nella sua ordinarietà, in tutti quei momenti che non si prendono in considerazione in quanto riportano l'individuo al reale senso di limite, alla consapevolezza di non essere eterni, alla certezza che con la vita coesiste la morte.
Ecco dunque, in conclusione, che "Leggerezza" di Laura Campanello è indispensabile. Ne abbiamo bisogno, come la colomba per volare ha bisogno dell'aria.