Marketing

Marketing musicale: i 15 errori più gravi della storia, da Sanremo ai Beatles

Di Lorenzo Zacchetti

Il talento non basta: anche i migliori artisti possono commettere gravi errori sul piano commerciale, comunicativo e del management

2) Gli U2, un regalo "innocente" e l’album più cancellato di tutti i tempi

“Songs of Innocence”, datato 2014, è uno dei migliori album pubblicati dagli U2 nel nuovo millennio. Tuttavia, è anche uno dei più controversi. Il motivo? Una scelta di marketing che si è rivelata completamente sbagliata: inserire l’album nella playlist di tutti gli utenti di Apple, gratuitamente. Gli U2 erano stati preventivamente pagati da Tim Cook, inoltre pensavano che il regalo sarebbe stato apprezzato dagli utilizzatori finali. Niente di più sbagliato: quella “intrusione” suscitò reazioni piccate da parte di chi non gradì la sorpresa. Bono nel suo libro “Surrender” si è assunto la responsabilità di quell’autogol: “Ho avuto questa bellissima idea ma ci siamo lasciati trasportare da noi stessi. Gli artisti sono inclini a questo genere di cose: una goccia di megalomania, un tocco di generosità, un pizzico di autopromozione e una profonda paura che queste canzoni in cui avevamo riversato la nostra vita negli ultimi anni potessero non essere ascoltate”.

 

 

1) Quando la Decca scartò i Beatles

Diciamoci la verità: non c’è talent-scout che non abbia sulla coscienza l’aver sottovalutato un futuro talento. Sono cose che capitano a tutti, ma quanto più grande è il talento messo alla porta, più grande è anche il rammarico. La casa discografica londinese Decca ha quindi commesso un errore fatale scartando i più grandi di tutti i tempi: i Beatles. Nati nel 1960, un anno dopo gli “scarafaggi” affrontarono un viaggio molto disagevole da Liverpool a Londra, sotto la nevicata di San Silvestro, soltanto per sostenere un provino con Dick Rowe. Fu lui a sentenziare che quei quattro ragazzotti non avrebbero mai avuto successo. Eppure, sappiamo tutti come è andata a finire: con 1,6 miliardi di dischi venduti in tutto il mondo, nell’arco di una carriera durata appena un decennio.