Marketing

Marketing musicale: i 15 errori più gravi della storia, da Sanremo ai Beatles

Di Lorenzo Zacchetti

Il talento non basta: anche i migliori artisti possono commettere gravi errori sul piano commerciale, comunicativo e del management

4) Il principe senza nome

Brand vincente, non si cambia: è una regola aurea. Prince (all’anagrafe Prince Roger Nelson) l’ha clamorosamente violata nel 1993, cambiando il suo nome d’arte in un simbolòo impronunciabile. La sua decisione arrivò al culmine di una vera e propria guerra con la sua casa discografica, la quale non gli lasciava la libertà artistica desiderata. Il genio di Minneapolis si sentiva schiavizzato, infatti iniziò ad apparire in pubblico con la scritta “slave” dipinta sulla faccia. Per liberarsi dal vincolo, decise un cambiamento clamoroso: siccome “Prince” era un marchio registrato dai discografici, iniziò a farsi chiamare con un glifo che non corrispondeva a nessuna lettera o suono conosciuto. Disperata, la casa discografica inviò a tutte le redazioni un set di font creato apposta per riprodurre quello che tra gli addetti ai lavori veniva chiamato “The Love Symbol”. Non bastò per evitare la confusione, visto che il musicista si faceva chiamare anche “The Artist Formerly Known As Prince” (“L’artista precedentemente conosciuto come Prince”), ma anche semplicemente “The Artist” o con l’acronimo TAFKAP. Un disastro commerciale completato anche con la scelta di vietare a YouTube la pubblicazione dei suoi video. Solamente nei primi anni 2000 Prince è tornato a usare il nome che lo aveva reso celebre in tutto il mondo. Un vero e proprio suicidio di marketing, ma nel suo caso decisamente intenzionale.

 

3) Kanye West e il folle scempio della sua fortuna

Musicista e produttore di primissimo livello, Kanye West ha messo a rischio la sua enorme fortuna economica per via di alcune scelte comunicative decisamente sopra le righe. Le più gravi sono state alcune esternazioni filo-naziste e antisemite che hanno portato alla cancellazione dei succosi contratti come designer per conto di brand come Adidas, Gap e Balenciaga. Oltre ad aver bizzarramente cambiato il suo nome in Ye, si è candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2020 e ci riproverà nel 2024, ma l’esito delle sue prossime avventure sarà strettamente legato alla sua salute mentale: dopo aver bollato come “un errore” la diagnosi di disturbo bipolare, recentemente ha lui stesso parlato della possibilità di essere autistico.