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Marketing politico: attenzione alle nuove regole per le elezioni di settembre
Gli impegni assunti da Facebook, Google e Twitter con l'Agcom cambiano la strategia degli spin doctor e dei politici in campagna elettorale
Referendum del 20/21 settembre: nuove norme sulla par condicio
Internet e in particolare i social network sono protagonisti sempre più decisivi della competizione politica. A dare ulteriore riprova della loro influenza è l'accordo raggiunto dall'Agcom (Autorità Garante delle Telecomunicazioni) con Facebook, Google e Twitter in occasione del referendum e delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre.
Il documento (consultabile QUI nella sua interezza) è particolarmente importante perché impone nuove regole anche ai partiti e ai singoli esponenti politici, che in questi anni hanno sfruttato in maniera crescente le potenzialità della propaganda online.
Il silenzio elettorale ora viene esteso anche ai social network
Un esempio su tutti è dato dalla controversa questione del “silenzio elettorale”, la regola che impedisce di fare campagna nel giorno del voto e nella sua vigilia. Tale norma è esplicitata per i media tradizionali, ma non per i social network, dove infatti nelle ultime tornate elettorali si è assistito a un autentico florilegio di post e inviti al voto, senza che ne discendessero sanzioni.
Su questo, l'Agcom invita a un cambio di passo: “Sebbene l’Autorità non sia competente a conoscere delle fattispecie di violazione del cd. Silenzio elettorale, ritiene particolarmente importante richiamare l’attenzione su queste disposizioni che si fondano su principi strumentali a garantire una effettiva tutela dell’elettore e, come tali, validi per ogni mezzo di diffusione”.
Trasparenza e fact-checking per i messaggi elettorali
Altri significativi cambiamenti per garantire la par condicio riguardano la trasparenza dei messaggi elettorali, che dovranno essere chiaramente indicati come tali e contenere l'identità del committente (come nei tradizionali volantini cartacei) e il divieto di pubblicare sondaggi nei 15 giorni precedenti il voto, allineandosi alla normativa già esistente per i media tradizionali: i messaggi non conformi a queste norme, andranno eliminati.
Viene esteso agli account social anche il divieto di emanare comunicati istituzionali a chi ricopre cariche pubbliche, nel periodo della campagna elettorale, così da evitare che il ruolo pubblico possa essere usato a proprio vantaggio e a discapito dei competitor.
Infine, “l’Autorità raccomanda alle piattaforme digitali di sviluppare servizi e strumenti di fact-checking idonei ad assicurare una tempestiva ed efficace tutela degli utenti rispetto alle strategie di disinformazione online che potranno essere condotte durante la campagna referendaria e la campagna per le elezioni regionali”.