Marketing
Un logo e un nome, il marketing di Monini dà una mano al futuro sostenibile
L'agenzia Marini Group reinterpreta la nuova immagine: la mano maschile è simbolo della spremuta delle olive, ma anche l'elemento che si prende cura del pianeta
Una mano che sorregge il mondo, guidandolo verso un futuro migliore. È un logo, ma è soprattutto la rappresentazione plastica di “A Hand for the Future”, come il piano di sostenibilità di Monini che, a un anno dal suo avvio, conferma anche nel nome lo scopo con cui il progetto decennale è nato. Il logo, realizzato dall’agenzia Lorenzo Marini Group, prende ispirazione dall’icona di marca, la mano maschile, simbolo del saper fare umano e protagonista della famosa “spremuta di olive”: qui viene reinterpretata come indispensabile elemento che sostiene il pianeta, se ne prende cura, assumendosene la responsabilità.
Ma la sfida è complessa e quindi ogni segno grafico deve raccontare più necessità. Così il mondo rappresenta l’ambiente, ma anche l’umanità e la produttività, il ramo d’ulivo -simbolo dell’olivicoltura- richiama l’essenza naturale del brand e del prodotto, ma anche la generosità e la ricchezza della natura.
“A Hand for the Future”, articolato su tre pilastri -in campo (aspetti agricoli e produttivi), dentro la bottiglia (qualità del prodotto) e sulla tua tavola (ricerca scientifica e promozione di un corretto stile di vita)- sta procedendo spedito e,
ad appena un anno dal suo avvio, si contano già i primi risultati significativi. Sul fronte agricolo, ad esempio, cresce il peso dell’agricoltura biologica e integrata nella produzione degli extravergine Monini, mentre si riduce drasticamente il consumo idrico, grazie ad un’irrigazione di precisione che ha già consentito all’azienda spoletina di superare gli obiettivi del piano umbro di tutela delle acque. Notevoli anche gli sforzi per la salvaguardia delle “sentinelle della biodiversità”, le api: grazie alla collaborazione pluriennale con LifeGate ne sono già state adottate 750 mila e l’obiettivo del milione al 2030 si prospetta ampiamente superato.
“Il piano -spiega Maria Flora Monini, direzione Comunicazione e immagine dell’azienda- esprime un modo diverso di fare impresa, l’unico davvero possibile oggi per creare sviluppo, e merita di essere compreso e condiviso immediatamente anche attraverso un simbolo e un naming ad hoc”.
“A Hand for the Future”, articolato su tre pilastri -in campo (aspetti agricoli e produttivi), dentro la bottiglia (qualità del prodotto) e sulla tua tavola (ricerca
scientifica e promozione di un corretto stile di vita)- sta procedendo spedito e, ad appena un anno dal suo avvio, si contano già i primi risultati significativi.
Sul fronte agricolo, ad esempio, cresce il peso dell’agricoltura biologica e integrata nella produzione degli extravergine Monini, mentre si riduce drasticamente il consumo idrico, grazie ad un’irrigazione di precisione che ha già consentito all’azienda spoletina di superare gli obiettivi del piano umbro di tutela delle acque. Notevoli anche gli sforzi per la salvaguardia delle “sentinelle della biodiversità”, le api: grazie alla collaborazione pluriennale con LifeGate ne sono già state adottate 750 mila e l’obiettivo del milione al 2030 si prospetta ampiamente superato.
Entrando nel merito dei prodotti, l’impegno della famiglia Monini è portare la qualità superiore nelle bottiglie destinate al grande pubblico, investendo sul 100% italiano, sulla tracciabilità, sulla collaborazione con enti di prestigio come il Consorzio di garanzia dell’olio extravergine d’oliva di qualità, oltre che sul biologico. Esempio di questo sforzo la “collezione” di tre extravergini di qualità superiore ottenuti da olive prodotte e frante esclusivamente in Italia, che si fregia della certificazione del Ceq e che ha già ottenuto importanti riconoscimenti sia dal mercato sia dagli esperti internazionali. È di pochi giorni fa l’assegnazione del Premio Biol, il più importante al mondo per il biologico, al Monini Bios, vincitore insieme ai tre Monocultivar biologici dell’azienda, Coratina, Nocellara e Frantoio.
Di grande spessore anche il percorso intrapreso nel campo della ricerca scientifica. Monini ha infatti “adottato” per un intero anno un ricercatore del Cnr che avrà il compito di determinare se e come il consumo di olio extravergine di oliva possa rallentare l’invecchiamento cognitivo. Il progetto rientra nella collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi per il sostegno alla ricerca in ambito biomedico.
Assume infine un significato speciale, in un anno scolastico funestato dalle difficoltà della didattica a distanza, la scelta di portare l’educazione alimentare nella scuola italiana di ogni ordine e grado. Nel 2021, infatti, “Mo’ e la favola dell’olio”, il progetto promosso dal 2014 da Monini con l’obiettivo di contribuire a costruire un consumatore di domani più consapevole e attento, ha varcato per la prima volta i cancelli delle scuole superiori.