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Alesina e Giavazzi ci fanno il pistolotto dal Corriere della Sera

Giuseppe Vatinno

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, sul Corriere, rimpiangono lacrime e sangue per il popolo.

Sul Corriere della Sera di oggi il premiato duo Alesina - Giavazzi torna alla carica con la solita solfa delle “riforme” che consisterebbero, in buona sostanza, in misure atte a fare stare peggio i cittadini italiani, frutto di una perniciosa mentalità pro Ue e soprattutto pro Merkel che già tanti problemi ha portato al nostro Paese.

Intanto si parte dalla peggiore norma eredità dell’eurocrate Mario Monti, voluto presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano: la legge Fornero secondo il duo è cosa buona e giusta e quindi va preservata dalla volontà, espressa con voto popolare il 4 marzo, di toglierla di torno, grazie a Lega e Cinque Stelle.

Poi si scagliano contro la flat tax e, per par condicio, contro il reddito di cittadinanza, ma non contenti, attaccano pure le politiche keynesiane infrastrutturali cioè insomma tutte quelle misure che servono per creare un lavoro che non c’è.

Poi parte la preoccupazione perché Salvini vuole sforare, rivedere -e speriamo- abbattere i parametri europei.

Ad esempio è assurdo che ci siamo fatti imporre in Costituzione dalla Germania il vincolo del pareggio di bilancio. Lo Stato non è una azienda, come pensa il premiato duo, ma un ente che deve fare il bene dei cittadini, anche indebitandosi e spendendo.

Particolarmente odiosa è la “minaccia” finale nell’articolo e cioè “attenti allo spread!”, il solito ritornello con cui fu fatto cedere il governo Berlusconi e forse Napolitano ancora ci deve spiegare qualcosa.

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sono due professoroni universitari e sono sicuro che non sanno quanto costa la fatidica bottiglia di latte o similari e per questo parlano di austerità, sofferenza, lacrime e sangue a spese di chi ormai c’ha poco o niente e non si tratta di pochi.

Non comprendere questo vuol dire non comprendere perché in tutto il mondo stiano dilagando i populismi e significa soprattutto non aver capito niente del voto del 4 marzo in Italia. La vittoria dei Cinque Stelle e della Lega è stata infatti quella di chi è stufo di sorbirsi i pistolotti moraleggianti tipo quelli propalati dal duo e vuole solo avere stipendi e guadagni dignitosi e uno Stato che si occupi di loro e non di banche e ricchi imprenditori egoisti.