MediaTech

Viero: "Ecco la ricetta di Quarto Grado. Quote rosa? Meglio la competenza"

di Marco Scotti

La conduttrice veneta torna al timone della trasmissione di cronaca insieme a Gianluigi Nuzzi. Ecco di che cosa si parlerà

Molto diplomatica, forse troppo. Intanto si è chiusa la sua esperienza invernale a Controcorrente: un bilancio?
Una bella maratona, 16 puntate di access prime time (la striscia che precede la prima serata, ndr) e due prime serate, in un periodo di festività in cui non sono mancate le notizie. Abbiamo seguito i giorni dell’approvazione della Manovra, la morte di Benedetto XVI, i rincari del carburante, il discorso di Mattarella, fino ad arrivare al tentato golpe in Brasile. Una bella sfida.

Meglio da sola o in tandem con Nuzzi?
Sono due programmi diversi, difficili da comparare. Quarto Grado ha una sua liturgia, lì mi occupo degli approfondimenti scientifici, la mia co-conduzione è legata a quell’aspetto specifico. È una diretta di tre ore e mezza in cui ci sono servizi molto importanti che si affiancano alla mia co-conduzione, per cercare di raccontare, spiegare, fotografare una realtà complessa. Controcorrente racconta l’attualità. In entrambi i casi è necessario studiare, prepararsi, in modo da tradurre alla gente i concetti anche più difficili. Parlare di spoils system è ostico, meglio spiegare di che cosa si tratta.

Capito, le piacciono entrambe le trasmissioni. Ma se arrivasse un’offerta che non si può rifiutare? Sanremo?
Ma no! (ride, ndr). In effetti non ci ho mai pensato, non sono neanche mai entrata nell’ottica di poter salire sul palco dell’Ariston.

Però la formula è quella: un conduttore sul palco tutte le sere e quattro donne ad alternarsi. A quando una conduttrice con quattro uomini ad alternarsi?
Non sono per le quote rosa tout-court, altrimenti diventano un alibi. Sono per il merito e per guadagnarsi ogni obiettivo sul campo. Amadeus è bravo, farà molto bene, ma verrà il giorno in cui individuerà qualcuno alla sua altezza in campo femminile, è solo una questione di competenza e di talento.

L’intervista che sogna di fare?
A Clarissa Ward della CNN; una collega molto brava di cui i media italiani si sono accorti solo ora perché è in Ucraina con il “pancione” ma che io seguo da tempo.

E del passato?
Difficilissimo. Ma forse Aldo Moro.