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Andrea Montanari, direttore del Tg1, in partenza?

Gianluigi Paragone, giornalista e capogruppo M5S in Vigilanza Rai, ha criticato aspramente l’apertura del Tg1 delle 20 di domenica, con la manifestazione del Pd a Roma, parlando di “un dispettuccio, un infantilismo giornalistico”. Replica pronta del direttore del Tg1 Andrea Montanari: “Non so se questa polemica sia più penosa o più ridicola…” e poi dandogli del “pressappochista” perché la domenica incriminata -dice Montanari. Tutti i Tg Rai, il Tg5 di Clemente Mimum e il Tg La7 di Enrico Mentana “hanno aperto con la manifestazione del Pd”.

Poi passa alla autoelogiazione, che provoca sempre una fastidiosa sensazione di stucchevolezza: “Quando si vuole cacciare un direttore autonomo e vincente bisogna inventare una scusa”.

Andrea Montanari direttore del Tg1 dal 2017. Un nome, nonostante sia sconosciuto al pubblico, che riveste una grande importanza mediatica perché il Tg1 è la nave ammiraglia della Rai e può formare o disfare una considerevole parte di consenso politico.

Arriva al Tg1 come redattore nel 1997, in piena epoca dalemiana e nel 2009 diviene quirinalista, regnante Re Giorgio Primo Napolitano. Molto legato a Mario Orfeo -direttore generale Rai dal 2017 a luglio 2018-ne segue i movimenti e nel 2013 ne diviene vicedirettore. Nel 2017, dopo una permanenza alla direzione del Giornale radio Rai, diventa direttore del Tg1 in epoca tardo renziana, quando l’impero sta ormai crollando.

Inviso ai Cinque Stelle da tempo, il suo nome è tornato sotto i riflettori dopo le critiche di Paragone che fanno pensare ad una sua rapida sostituzione, visto che in Rai si sono da pochissimo rinnovati gli organi dirigenti e l’attenzione è tutta puntata sulle direzioni delle testate e delle reti.

Ieri, Montanari ha rilasciato una intervista a Paolo Conti sul Corriere della Sera in cui si professa, come da manuale, “sereno” (parola pericolosa e carica di grandi significati allegorici, dopo l’utilizzo che ne ha fatto l’ex premier Matteo Renzi nei confronti di Letta Nipote) e dice di “avere fiducia nel settimo piano di viale Mazzini”, che è quello del potere.

Montanari ha poi difeso dalle critiche di Paragone il conduttore Fabio Fazio e le sue smancerie cottarelliane, dicendo che il presentatore “è un punto di forza della Rai”.

Questa sua ultima affermazione, sommata ai precedenti burrascosi rapporti con i Cinque Stelle, verrà certamente valutata come una sorta di provocazione da Paragone e dai Cinque Stelle e segnerà quasi certamente l’addio del direttore dalla prestigiosa testata.

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