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Ascolti Tv: Da Corona al Coronavirus, come i salotti televisivi creano panico

Marco Zonetti

Auditel: per inseguire gli ascolti sulla pandemia, i talk show mescolano esperti a ciarlatani, studiosi a sciacalli, creando disinformazione

Mentre il Coronavirus diventa argomento principale di discussione e i contagiati (e i deceduti) aumentano, siamo costretti a guardare inermi i politici litigare, le istituzioni contraddirsi a vicenda, i virologi stessi, "star", prezzemolini o meno essi siano, battibeccare sui social network o in televisione, presa d'assalto dalla mattina alla sera da stuoli di ospiti più o meno esperti in materia che discettano di questioni epidemiologiche.

Sui canali Mediaset, ma anche nei programmi del Daytime di Rai1, i salotti televisivi si popolano di opinionisti che fino a poco tempo fa discettavano delle disavventure di Fabrizio Corona e che ora invece indossano le vesti di conoscitori del Coronavirus, di virologi o di epidemiologi interagendo con il luminare della Medicina in collegamento e finendo spesso per mandare tutto in malora e confondere ulteriormente le idee al telespettatore. A proposito di Corona, in questo caso Mauro, ospite fisso di Bianca Berlinguer a #Cartabianca, alcune sue disquisizioni di "alta finanza" che invitavano a nascondere i soldi sotto il materasso, hanno fatto infliggere alla Rai una multa di 1.5 mln di euro dall'AgCom. Questo per dire quanto la disinformazione costi cara, e nel caso specifico ai contribuenti. 

Tornando al caso Coronavirus, qualche giorno fa avevamo accusato la Rai di non aver approntato una prima serata dedicata al rischio pandemia, lasciando il "servizio pubblico" a La7 e Rete4, mentre ora - se possibile - la reazione appare esagerata e, specie sull'Ammiraglia, tutti i programmi giornalieri si sono trasformati in aspiranti centri informativi sul virus, contribuendo tuttavia a bombardare l'utente televisivo di informazioni spesso contraddittorie, mescolando competenti e sciacalli, studiosi e analfabeti funzionali, operatori sanitari e reduci dai reality show, organi istituzionali e soubrette, dando vita a quel fenomeno chiamato infodemia, ovvero la diffusione smodata di notizie poco accurate con l'effetto di aggravare il panico. Poi non stupiamoci se vengono presi d'assalto i supermercati... 

La giusta linea di condotta in questi casi? Quella suggerita da Piero Angela: ascoltare gli esperti, quelli veri, ed evitare accuratamente le fake news che drammatizzano. Linea di condotta che dovrebbe essere seguita a monte da chi gestisce la comunicazione istituzionale e, nel caso della Rai ma anche di Mediaset, aziendale. Inseguire l'audience e chi strilla e starnazza di più è esecrabile in condizioni normali, ma diventa criminale in caso di emergenze sanitarie.