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Ascolti Tv: Rai2 riesuma dall'oblio Check-Up. E l'appalto è tutto esterno...

Marco Zonetti

L'Ad Rai Salini ripesca lo storico programma appaltandolo a una società esterna facente capo a Simona Agnes. Ma le risorse interne da valorizzare?

L'Ad Rai Fabrizio Salini non finisce mai di stupire. Dopo aver annunciato le nomine dei direttori e dei superdirettori di rete per mesi e mesi, salvo poi ogni volta sconfessarle di CdA in CdA, addirittura assumendosi l'Interim di Rai2 non riuscendo neppure a esprimere un nome per dirigerla, ecco che adesso s'improvvisa archeologo riesumando reperti dal passato remoto.

La Rai2 "dedicata a giovani e ai nuovi linguaggi", per usare le parole dello stesso Ad che oggi la dirige, ospiterà infatti nel palinsesto dal periodo di febbraio-marzo 2020 la miliardesima trasmissione dedicata alla Medicina, tornando a mandare in onda Check-Up, che chiuse i battenti nel lontano 2002.

L'idea di riesumare dalle nebbie del tempo la (prei)storica trasmissione ideata da Biagio Agnes era stata bocciata dai predecessori di Salini, ovvero Luigi Gubitosi, Antonio Campo dall'Orto e Mario Orfeo, ma gli auspici di Simona Agnes (figlia di Biagio) hanno incontrato praterie incontrastate in Salini versione Indiana Jones. Quest'ultimo, che fa parte della giuria del Premio Agnes (presidente onorario è Marcello Foa) e fedelissimo al suo proposito di favorire le risorse interne alla Rai, appalterà esternamente alla società di Simona Agnes il repechage di Check-Up. Un "sogno" per la Agnes, come confidava a Gente qualche mese fa e un modo per "rendere onore" al padre, annunciando en passant che "il progetto è pronto".

Ci si domanda tuttavia, in una Rai che pullula di giornalisti interni esperti in materia che lavorano da anni e anni nelle varie trasmissioni o nei notiziari, che bisogno ci sia di affidare l'ennesimo programma di Medicina a una società esterna. Ma ormai in questi mesi abbiamo imparato che, parafrasando Blaise Pascal, l'Ad Salini ha ragioni che la ragione non conosce, e questo peculiare revival di una trasmissione che tutti avevano dimenticato e che nessuno smaniava per rivedere è perfettamente in linea con il personaggio. 

Le malelingue sostengono che, timoroso di perdere la poltrona di Ad poiché a breve rottamato dalla politica che lo ha collocato su quella poltrona (politica della quale, con civettuolo disdegno, Salini lamenta indebite pressioni salvo poi piegarsi a quelle del M5s), lo Yul Brynner di Viale Mazzini pensi a tenersi stretta la direzione di Rai2 e che, quindi, la decisione di disseppellire Check-Up sia il primo atto della sua gestione  effettiva della Seconda Rete. Perseguendo il proposito, insomma, di tramutare l'Interim in un'amministrazione a tempo indeterminato, nel caso in cui egli dovesse perdere la carica di Amministratore Delegato. Vi fu, come abbiamo già sottolineato qualche tempo fa, il precedente di Agostino Saccà che, una volta perduta la direzione generale della Rai, divenne oculatamente capo della Fiction mantenendo salda la carica ancora per diversi anni. 

Comunque sia, cosa ne pensano i giornalisti Rai e i professionisti interni all'azienda ancora una volta bypassati da esterni illustri? Il Consigliere di Amministrazione Rai Riccardo Laganà (nominato dai dipendenti) dichiara al riguardo: "Check up è stato un bellissimo programma quando fu ideato. Non comprendo la necessità di riproporlo oggi in un palinsesto pieno di spazi di approfondimento medico. Se poi, da come apprendo, qualche consigliere appoggerebbe persino l'iniziativa di un programma in tutto o in parte in appalto, allora evidentemente non tutti i consiglieri hanno la stessa percezione dell'Azienda e della concreta necessità di valorizzare le risorse interne come prevede anche il piano industriale".

Anche il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi si è espresso al riguardo: "Solo se Salini, attraverso un job posting, dimostrasse che in Azienda non vi sono profili adeguati a condurre e a produrre un programma di servizio pubblico come potrebbe essere il nuovo Check up, allora non ci sarebbe nulla di male a farlo tornare dopo 18 anni in Rai con un appalto esterno. Anzi, lo considererei un obbligo del contratto di servizio. La Rai deve fare trasmissioni informative, questo è il suo compito in quanto Servizio Pubblico, ma resta il paletto del job posting".

Job Posting che, stando a quando trapela, non è stato minimamente preso in considerazione. Un caso, quello relativo al disseppellimento di Check-Up che è il "check-up" di come la Rai, al momento, navighi a vista nelle brume dell'incertezza.