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Ascolti Tv, Sanremo sbaracca e i dirigenti Rai rientrano. Ma cosa li attende?

Marco Zonetti

Spentisi i riflettori del Festival, i vertici Rai tornano a Viale Mazzini con lo spauracchio delle nomine dei Tg e di interrogazioni parlamentari

Gli ascolti Tv e i dati Auditel del Festival di Sanremo 2020 sono stati decisamente trionfali e superiori a ogni aspettativa (malgrado il trucchetto del prolungamento della messa in onda per gonfiare lo share, non si può dire che la kermesse condotta da Amadeus non abbia ottenuto grandi numeri).

Spentisi i riflettori dell'Ariston, i tanti, tantissimi dirigenti Rai presenti nella località ligure finiti, grazie a uno scoop di affaritaliani (clicca qui per leggere), nella bufera mediatica culminata con l'annuncio di un'interrogazione parlamentare da parte del Vicecapogruppo Pd alla Camera dei Deputati Michele Bordo, sono costretti a rientrare a Roma a riprendere possesso delle loro cariche e poltrone, dopo aver dato il meglio di sé sulle poltronissime del teatro, fra lustrini, paillettes, frizzi e lazzi della settimana festivaliera.

E' l'immagine di un esodo, quella che ci arriva da Sanremo - dove volutamente non abbiamo voluto trasferirci al fine di mantenere uno sguardo esterno, lucido e imparziale sulla manifestazione. Gli "sfollati" illustri, tuttavia, non sono ancora rientrati a Viale Mazzini, i cui corridoi oggi sono ancora deserti, tranne i pochi dipendenti rimasti, assieme a quei solerti dirigenti che hanno preferito restare al lavoro anziché fare bagni di folla e di visibilità in prime time.

E smorzatesi le luci della ribalta, ecco che nel buio torna ad aleggiare lo spauracchio delle nomine dei direttori dei Tg, mentre i danti causa dell'Ad Fabrizio Salini, ovvero i grillini, sono sempre più allo sbando e privi di un vero potere contrattuale per porre veti e imporre nominativi. Finite le canzonette e i balletti, l'atmosfera da vacanza gaia (a Mykonos più che a Sanremo), trenini stile Capodanno e karaoke con Al Bano e Romina e i Ricchi e Poveri, ecco che la politica - e non solo con l'interrogazione parlamentare di cui sopra - torna a esigere, pretendere e a "fare rumore", come canta il vincitore del Festival Diodato. E l'Ad Salini, a differenza di Achille Lauro, non potrà rispondere "Me ne frego".