MediaTech

Ascolti Tv: Vita in Diretta horror, la rete si rivolta contro Cuccarini-Matano

Marco Zonetti

Un accostamento azzardato tra Grace Kelly e Chiara Ferragni scatena un putiferio d'indignazione sulla pagina twitter del programma di Rai1

La corsa de La Vita in Diretta, programma pomeridiano di Rai1 condotto in questa edizione dall'inedita coppia formata da Lorella Cuccarini e Alberto Matano, a copiare, imitare, emulare, replicare, fotocopiare Pomeriggio Cinque, trasmissione condotta sull'Ammiraglia Mediaset da Barbara D'Urso e leader di fascia, sta creando mostri.

Ha scatenato infatti un putiferio in rete il Tweet di qualche giorno fa pubblicato sulla pagina ufficiale del contenitore di Rai1 che osava accostare Grace Kelly e Chiara Ferragni con la didascalia "due miti a confronto".

Ora, niente contro la giovane e geniale influencer assurta agli onori delle cronache e alla ribalta, divenendo in breve tempo grazie alle sue capacità imprenditoriali una icona fashion, ma da qui a definirla "mito"  troppo ne passa, per giunta eguagliandola a un'attrice hollywoodiana premiata con l'Oscar, musa di Alfred Hitchcock, protagonista di film cult come Mogambo, Mezzogiorno di Fuoco, Alta Società e La Finestra sul Cortile nonché principessa monegasca che vanta ospedali a lei intitolati. Insomma, siamo veramente oltre la soglia del ridicolo oltre che dell'assurdo. 

Non sarebbe neanche arrivata a questi livelli la tanto vituperata D'Urso che, nel confezionare il suo programma in chiave volutamente pop-trash (e con successo, aggiungiamo), ha la decenza di lasciar stare personaggi intramontabili come Grace Kelly, volando umilmente molto più bassa. Oltre a operare su una rete privata e quindi senza il finanziamento del canone. 

Il tweet de La Vita in Diretta era stato pubblicato qualche giorno fa e passato inosservato (così come la puntata in questione), ma la rete lo ha ripescato ieri e, a quel punto, sulla pagina ufficiale del programma di Rai1 si sono riversate (clicca qui per leggere) decine e decine di commenti indignati e inviperiti contro i due conduttori e contro l'azzardato paragone.

In molti hanno sollevato la questione relativa agli autori, attaccandoli pubblicamente, dimenticando che - per partorire simili colpi di genio - è stato perfino reclutato un consulente esterno, ovvero Alessandro Banfi, finito nel mirino del Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi. 

"Come fa il Cda a non dire nulla? " tuonava il deputato dem qualche settimana fa. "Come fa il consigliere eletto dai dipendenti (Riccardo Laganà, ndr) a stare zitto? Davvero la Rai ha bisogno di assumere all’esterno un giornalista che coordini uno dei suoi principali programmi in palinsesto? Davvero è necessario chiamare un ex Mediaset, quando in Rai di sono centinaia di giornalisti, molti dei quali senza alcun incarico? Tra di loro ci sono anche ex direttori, ex vicedirettori. Salini qualche settimana fa ha inviato una circolare ai direttori di rete richiamandolo alla valorizzazione delle risorse interne. E la risposta della direttrice di Rai1 De Santis quale è stata? Un’infornata senza precedenti di esterni, peraltro tutti vicini alla Lega. Come fa ora Salini a smentire se stesso?".

Il consigliere Laganà e la consigliera Rita Borioni avevano preso la questione in mano, spalleggiati dall'Usigrai e dallo Snater, favorendo l'intervento di Fabrizio Salini (come annunciato per primo da affaritaliani  - clicca qui per leggere), il quale aveva dimezzato gli emolumenti di Banfi riducendone al contempo le mansioni; da Capoprogetto egli era passato infatti a consulente. Ci si domanda tuttavia a quale cifra si attesti il suo attuale stipendio, che sembrerebbe ammontare a 700 euro a puntata, ovvero 14.000 euro di denaro pubblico al mese, anche se non possiamo darlo per certo ed è tutto da confermare. 

L'interrogativo è il seguente: oltre alla pletora di autori del programma, era necessario chiamare un consulente esterno profumatamente pagato dai contribuenti per escogitare un'idea come quella di cui sopra, per giunta subissata d'insulti da parte degli utenti? Un interrogativo che, temiamo, resterà senza risposta.