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Ascolti Tv: Vita in Diretta, per Cuccarini-Matano è ormai flop conclamato
Il contenitore pomeridiano di Rai1 ottiene risultati inferiori alla gestione Fialdini-Timperi e soccombe ogni giorno a Barbara D'Urso. Ecco perché
Il buongiorno si vede dal mattino, ma abbiamo atteso varie settimane per pronunciare la sentenza relativa a La Vita in Diretta, condotta quest'anno dall'inedita coppia formata da Lorella Cuccarini e Alberto Matano. Una sentenza sfavorevole per la showgirl scopertasi commentatrice politica sovranista e il mezzobusto del Tg1 scopertosi entertainer.
Già perché, fin dalla prima puntata, la pur affiatata, effervescente e sorridentissima coppia ha ottenuto e ottiene risultati inferiori a quella composta da Francesca Fialdini e Tiberio Timperi, che l'anno scorso fu bersagliata dalle accuse di fiasco. La Vita in Diretta, quest'anno, supera a stento il 10% di share nella presentazione e, da settimane, non riesce ad arrivare al 15% nel programma vero e proprio, talvolta crollando a percentuali di poco superiori al 13%.
Se il daytime di Rai1 è in crisi (per essere gentili) e in affanno (eufemismo), senz'altro il contenitore pomeridiano è uno dei fallimenti più cocenti. E dire che vanta perfino la consulenza esterna di Alessandro Banfi, il cui reclutamento da Mediaset in barba al motto "valorizziamo le risorse interne" dell'Ad Fabrizio Salini ha scatenato le ire (giustificate) del Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi: del resto il buon Banfi è pagato con i soldi pubblici.
Ma cosa non funziona nella Vita in Diretta? Senz'altro uno dei problemi è l'eccessiva esuberanza della Cuccarini che, gravata dalle sue esternazioni politiche che le hanno alienato una cospicua fetta della sua fanbase e appesantita dal tonfo estivo di Grand Tour su cui abbiamo ampiamente dibattuto (clicca qui per leggere), conduce il programma come se fosse rimasta a Buona Domenica con Marco Columbro nel 1992. Peccato che per Lorella (della quale siamo fan sfegatati da sempre) e tutti noi siano passati ben 27 anni, peccato che Rai1 non sia Canale 5 e peccato soprattutto che Matano non sia Columbro. Abituato alla conduzione del Tg1 (dov'era incaricato di lanciare i servizi leggendo il gobbo) e a quella di programmi in differita come Innocenti, l'altrimenti convincente Matano è costretto (per non essere travolto dall'esagerato entusiasmo della Cuccarini) ad appendere in diretta il cappello del giornalista per indossare quello dell'intrattenitore, finendo per essere un ibrido fra le due sfere professionali, e risultando spesso impacciato, ingessato e poco incisivo rispetto alla oltremodo spumeggiante collega, che saltella e zompetta qua e là come le cicale (ops, forse sarebbe meglio non utilizzare questo termine...).
Obbligati a rincorrere il volutamente insistito pop-trash di Pomeriggio Cinque condotto dalla furbissima Barbara D'Urso che li castiga giornalmente, Lorella e Alberto si buttano a capofitto nella cronaca nera attirandosi gli strali dell'Ad Salini ma senza riuscire a superare la concorrenza e con il solo risultato di svilire il Servizio Pubblico.
Per finire, oltre alla grafica "sovietica" che contribuisce a impoverire tutta la produzione, i primi piani ravvicinati con luci da obitorio che invecchierebbero anche un neonato non aiutano i due conduttori, sbattuti in televisione assieme agli ospiti sotto un'illuminazione impietosa. Forse, anziché chiedere aiuto a pagatissimi consulenti esterni per finire a paragonare - nel raccapriccio del pubblico - Grace Kelly a Chiara Ferragni e a trasmettere in fascia protetta testimonianze shock di bambini abusati dai "diavoli della bassa" con tanto di sottotitoli per aiutare i piccoli malcapitati telespettatori a vivere più intensamente le atmosfere horror, sarebbe stato più opportuno investire in riflettori più potenti. Se flop dev'essere, e ce ne dispiace molto intendiamoci, che almeno sia gloriosamente illuminato.