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Assoprovider a Patuanelli (Mise): ridurre i costi delle frequenze per Dad

Eduardo Cagnazzi

Bortolotto: "Rivedere i contributi amministrativi delle licenze punto-punto per migliorare la connettività nel Paese favorendo anche lo smart working"

Un’immediata crescita delle prestazioni della connettività Fixed Wireless Access con la riduzione degli importi dei contributi amministrativi delle frequenze licenziate punto-punto. E' la richiesta che l’associazione dei Provider indipendenti rivolge al Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, all’interno della lettera a lui indirizzata: «Mediante l’uso di ponti radio che fanno uso delle frequenze licenziate è possibile un rapido incremento della banda  disponibile sulle dorsali dei provider internet. Questo si tradurrebbe in un notevole miglioramento della banda erogata agli utenti finali in termini di capacità complessiva e di qualità (similare alla fibra ottica)», si legge nella lettera di Assoprovider, firmata dal presidente, Dino Bortolotto. 

Secondo l’associazione, le frequente punto - punto non sono una risorsa scarsa nel Paese, con un utilizzo inferiore al 2% della disponibilità erogata. Tuttavia, per i provider è probitivo usarle a causa dell’attuale importo dei contributi amministrative, che “risultano i più alti d’Europa e sono fino a 10 volte maggiori di quelli richiesti in altri Paesi europei”. Una distorsione del mercatoIl costo delle frequenze punto-punto oggi provoca una distorsione del mercato, soprattutto per il meccanismo di sconto quantità che consente una differenza del 400% tra il contributo amministrativo pagato da un piccolo utilizzatore e quello pagato da un grande utilizzatore dello stesso identico bene pubblico. L’associazione chiede al Ministro dello Sviluppo e economico di imporre che lo sconto quantità del 75%,  previsto per l’utilizzo delle frequenze punto-punto, sia applicabile a tutti gli operatori con meno di 50mila utenti: «Le chiediamo pertanto di intervenire urgentemente per rendere questo bene pubblico, in massima parte inutilizzato, uno strumento realmente disponibile per combattere il digital divide e per porre fine alla enorme distorsione alla concorrenza tra grandi operatori nazionali e piccoli operatori locali». Una battaglia lunga di Assoprovider. La riduzione dei contributi per le frequente punto-punto è uno dei cavalli di battaglia dell’associazione che da più di venti anni si batte per rendere il mercato delle tlc più giusto per i piccoli e medi operatori delle tlc, e diminuire il digital divide:   «Da anni tutte le forze politiche in parlamento propongono la riduzione degli importi dei contributi amministrativi delle frequenze licenziate punto-punto, ottenendo sempre un diniego dai Ministeri competenti, adducendo che questa riduzione porterebbe ad una riduzione del gettito derivante dai contributi amministrativi». Quello della riduzione del gettito è un falso problema, secondo l’associazione, che ritiene che la questione sarà ampiamente risolta con l’estensione dello sconto del 75%: «Con questa formula i piccoli operatori incrementeranno immediatamente l'utilizzo delle frequenze licenziate punto-punto, con conseguente incremento del gettito che andrà a mitigare, se non forse addirittura ad annullare, l’eventuale diminuzione del gettito determinato dall'applicazione dello sconto del 75% ai soggetti con meno di 50.000 utenti». 

Assoprovider è l’associazione che dal 1999 riunisce i primi fornitori di Internet (gli Internet Service Provider) che hanno contribuito con le loro battaglie contro le multinazionali a diffondere la Rete nel Paese. Tra le conquiste dell’associazione, l’approvazione della “Legge Salva provider”, che ha equiparato gli Isp agli operatori telefonici. E la liberalizzazione del Wifi nei locali aperti al pubblico o aree confinate di frequentazione pubblica.