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Banda Ultralarga, Boccardo (CFWA): “Fondamentale tavolo con gli stakeholders”
Digital divide e aree bianche, Boccardo: “investimenti rallentati da incertezza normativa legata anche all’effetto dell’annuncio sui voucher e sulla rete in fib
L’intervista a Enrico Boccardo, presidente di CFWA, la Coalizione del Fixed Wireless Access
L’emergenza Coronavirus, che ci ha costretti a ricorrere allo smartworking e alla didattica a distanza, ha messo in luce, ora più che mai, un Paese dal forte divario digitale. Secondo i dati Istat, a causa dell’eccessiva lentezza dell’Italia nel garantire connessioni ultraveloci in tutte le aree del Paese, il 25% delle famiglie non ha ancora accesso a Internet.
Le prossime settimane saranno decisive per far partire un piano che preveda il collegamento digitale a banda ultralarga accessibile a tutti. A maggio Palazzo Chigi, attraverso il Comitato per la banda ultralarga (Cobul), ha stanziato 400 milioni per il Piano Scuola e 1,15 miliardi destinati a 2,2 milioni di famiglie e a 450mila imprese. C’è attesa per il piano definitivo, ma al momento il governo prevede una serie di voucher per portare la connettività ad almeno 30 Mbps destinati ad aziende e privati. Cinquecento euro per le imprese, dai 200 ai 500 euro per le famiglie per la conettività e per il comodato d’uso di pc e tablet.
“È fondamentale che il Cobul apra al più presto un tavolo con tutti gli stakeholders, perché l’erogazione dei voucher passerà attraverso gli operatori e non i consumatori”, spiega Enrico Boccardo, presidente di CFWA, la Coalizione del Fixed Wireless Access che riunisce ad oggi circa 60 imprese del settore impegnate a fornire connettività ultraveloce via wireless nelle aree del paese dove non arriva la fibra ottica.
Boccardo, qual è la copertura attuale della rete FWA in Italia? E quale è stato il contributo nel periodo di emergenza per il Covid-19, in particolare durante il lockdown?
Ad oggi la rete FWA fornisce connettività ultraveloce a 1,4 milioni di persone in 7.000 comuni, raggiungendo l’80% delle unità abitative che ricadono in quelle aree del Paese ancora identificate come “bianche”, cioè aree dove non arriva la banda ultralarga. Durante il lockdown queste aree hanno potuto utilizzare modalità di lavoro agile e didattica a distanza grazie agli operatori che hanno fornito connettività FWA. Gli investimenti possono raddoppiare entro il 2021, ma sono rallentati dall’incertezza normativa legata anche all’effetto dell’annuncio sui voucher e sulla rete in fibra ottica che al momento però non copre quelle aree.
La proposta di digitalizzazione del Paese prevista dal piano Colao indica tra le azioni prioritarie la realizzazione di una rete unica nazionale. Lei cosa ne pensa?
Secondo CFWA, un eventuale disegno di rete unica deve tenere in considerazione le reti già sviluppate a livello locale dagli operatori FWA. Poiché già il piano prima dell’emergenza prevedeva che le aree remote venissero coperte con tecnologie FWA, adesso diventa ancora più importante ottimizzare gli investimenti che sono già stati fatti in reti a livello locale. È fondamentale mettere a frutto possibili sinergie ed evitare duplicazioni infrastrutturali nelle zone che sono coperte o dove arriverà la fibra e in quelle che invece hanno già connettività FWA.
Ora c’è attesa per un piano che permetta di raggiungere le aree del paese ancora non coperte dalla banda ultralarga. Quali sono i punti di forza e quali le criticità del piano voucher proposto dal Cobul?)
Il piano voucher per cittadini e imprese è fondamentale per superare il digital divide e realizzare una rete unica per le “aree bianche”. Sarebbe opportuno utilizzare i voucher in queste aree per far passare le famiglie dalle connessioni a banda stretta a quelle a banda ultralarga, cioè ad almeno 30 megabit a linea, tralasciando per il momento il passaggio dai 10 megabit a 1 Giga, dal momento che secondo i dati dell’Agcom, sono quasi 8 milioni le linee sotto i 30 mega e 3,5 milioni sotto dei 10 mega.
È importante, in questa fase, garantire una connettività e un accesso alla rete ottimali per tutti gli utenti, soprattutto nelle aree bianche. Per farlo, è fondamentale destinare i voucher ad utenze fisse, che consentono di evitare le alterazioni e i disturbi che possono caratterizzare la connettività ad architettura mobile (come l’LTE) per il sovraccarico o la riduzione della disponibilità di banda.
Quali sono le prossime mosse e gli attori da coinvolgere per arrivare alla banda ultralarga in tutto il Paese evitando ulteriori ritardi?
Per una maggiore efficacia ed un utilizzo più efficiente delle risorse è opportuno il coinvolgimento di tutti gli stakeholder; quello che chiediamo è che il Cobul sia aperto a tutti gli operatori per arrivare quanto prima a un piano dettagliato per la piena accessibilità alla banda ultralarga anche nelle zone più complesse, dal momento che l’erogazione dei voucher passerà proprio attraverso gli operatori infrastrutturali.