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Cerno, opportunismo o confusione? L'uomo che tiene un piede in due scarpe

Di Giuseppe Vatinno

La strana parabola di Tommaso Cerno, senatore Pd, ex direttore de l’Espresso e Repubblica, ora direttore de l’Identità, “quotidiano conservatore”

Tommaso Cerno, da direttore de L'Espresso alla guida dell'Identità, "quotidiano conservatore"

L’Italia, si sa, è il Paese di Agostino Depretis e i cambiamenti di casacca sono all’ordine del giorno. E se per i politici è prassi consolidata per i giornalisti il fenomeno è più limitato ma c’è. Intanto occorre dire che in Italia manca la figura dell’editore puro che ad esempio esiste nei Paesi anglosassoni e quindi poi i direttori sono soggetti a traversie tattiche per sopravvivere. In ogni caso gli spostamenti sono in genere limitati. Ad esempio, direttori come Sallusti, Feltri e Senaldi per restare a Libero e Belpietro e Borgonovo per la Verità, è difficile immaginarli a sinistra mentre già Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale, ha un insospettabile passato giovanile progressista, anche di attore che recitò con Nanni Moretti in Ecce Bombo.

Altri invece il salto della quaglia l’hanno fatto in maniera evidente. È il caso di Gaetano Pedullà, destrissimo direttore de Il Tempo -con tanto di prefazione ai libri di Gianni Alemanno- che da qualche anno si è riconvertito alla sinistra barricadera pentastellata- con La Notizia e poi c’è l’ultimo arrivato, Tommaso Cerno che è addirittura un ex senatore del Partito democratico, ex direttore de l’Espresso e di Repubblica, che ora dirige l’Identità, “quotidiano conservatore”.

Cerno, come racconta Wikipedia, è nato a Udine ma vive a Roma, rampollo di una famiglia slovena. Si mette in luce come dirigente dell’Arcigay e organizza il Gay Pride di Venezia. Nel 1995 inizia l’attrazione irresistibile per la politica e si candida con Alleanza Nazionale alle comunali di Udine. Però la passionaccia è per il giornalismo e così nel 2004 diventa giornalista professionista e lavora al Messaggero Veneto fini al 2009 e poi passa all’Espresso fino al 2014. Incomincia a bazzicare Rai, Mediaset, La7 e Sky. È il suo trampolino di lancio, visto che 2014 torna a Il Messaggero Veneto- Giornale del Friuli, come direttore e fa programmi in Rai. L’editore è De Benedetti, quindi è passato a sinistra.