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Cerno, opportunismo o confusione? L'uomo che tiene un piede in due scarpe

Di Giuseppe Vatinno

La strana parabola di Tommaso Cerno, senatore Pd, ex direttore de l’Espresso e Repubblica, ora direttore de l’Identità, “quotidiano conservatore”

Ma il colpaccio Cerno lo mette a segno con l’Espresso dove nel 2016 diventa addirittura direttore. Nessuno lo conosce e ci si chiede chi sia e come sia giunto sulla tolda della corazzata progressista di De Benedetti. Ma Tommaso insiste e non desiste, ormai il cielo progressista per lui non ha più confini e, presoci gusto, diventa condirettore di Repubblica, la portaerei di Gedi – De Benedetti. Marco Damilano lo va a sostituire a l’Espresso e torna un po’ di normalità ideologica al settimanale.

Ma lei lo chiama. Lei è l’Alta Politica e così da pochissimo entrato a Repubblica si mette subito in aspettativa (ma allora perché è entrato?) e si candida alle politiche del 2018 risultando eletto per il Pd nel seggio uninominale di Milano –Centro. Ma Tommaso è uomo inquieto e nel 2020, proprio all’inizio della pandemia di Covid-19, il 18 febbraio, vi è un primo annuncio di passaggio ad una nuova formazione politica e cioè Italia Viva di Matteo Renzi. Neppure una settimana e la dea della saggezza gli appare in sogno e gli dice di passare invece al Gruppo misto. Lui segue il consiglio.

Ma il tempo passa e la coscienza di Cerno, ci perdoni il triestino Italo Svevo per il coraggio sacrilego dell’accostamento, gli suggerisce di dare la fiducia al Conte II, cioè il governo giallo – rosso, quindi di nuovo di sinistra. Tuttavia si impelaga subito in una diatriba interna con il collega Alessandro Zan e prende posizione contro il disegno di legge contro l’omotransfobia, destando scalpore visto che è un gay.

Quindi riesce a sgambettare il ddl Zan, pur essendo l’unico senatore dichiaratamente omosessuale del Pd, astenendosi sul non passaggio agli articoli (legge tagliola) proposta da Lega e Fratelli d’Italia. I primi segni del riavvicinamento all’antico amore di AN. E poi c’è l’Identità, non il romanzo di Milan Kundera, ma il giornale. Il 16 giugno 2022 infatti esce il nuovo quotidiano che si propone come “indipendente, conservatore e libertario”. Il direttore Alessandro Sansoni è un valente storico. Ma qualcosa va male perché l’Identità entra subito in crisi e così a settembre 2022 si materializza appunto come nuovo direttore in via Teulada a Roma, cioè alla redazione, Tommaso Cerno che però ha il buon gusto di attendere la fine della legislatura.