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D'Urso attacca Mediaset: "Mi hanno dato della troia. L'addio? Non concordato"
Durissima la reazione della conduttrice: "Provo dolore, sgomento e rabbia". Dito puntato contro Pier Silvio Berlusconi
Mediaset, sfogo di Barbara D'Urso per la cancellazione di Pomeriggio 5
Tra Barbara D'Urso e Mediaset scoppia la bufera. La conduttrice non ha gradito l'esclusione dai palinsesti del suo storico programma Pomeriggio 5. "Provo - si sfoga la D'Urso a Repubblica - dolore, sgomento e rabbia". E nel mirino mette Pier Silvio Berlusconi. Mentre fa sapere che a differenza di quanto Mediaset ha scritto nel comunicato che lo annunciava, lei non ha "concordato proprio niente". Non c’è nessun altro progetto all’orizzonte e il suo contratto scade a dicembre. E allora vuole vuotare il sacco: "Ne ho sopportate tante. Forse un giorno lo racconterò. Ho messo la testa sott’acqua perché lavoravo con passione. Ma adesso basta". Dice di aver cambiato vita su richiesta dell’azienda all’epoca di Mattino 5: "Mi sono trasferita a Milano senza i miei due figli". D'Urso cita un episodio in particolare che l'ha particolarmente ferita. "Il 26 marzo ero a teatro a Bari, su Canale 5 andava in onda Verissimo e su Rai 1 Domenica in, col mio videomessaggio di 90 secondi per la mia amica Gabriella Labate, la moglie di Raf. Messaggio autorizzato dal direttore delle news Crippa e da Restelli".
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"Bene. Sull'account QuiMediaset - prosegue D'Urso a Repubblica - esce il seguente tweet: "Che cosa antipatica. Troie mi pare azzeccato Silvy", sotto la foto mia e di Mara. Resta solo due minuti, chi ha le chiavi per entrare lo cancella. L’account dichiara di essere stato hackerato e il giorno dopo QuiMediaset si scusa con le persone offese e i follower ammettendo che è stato un errore interno". L'aneddoto si conclude così: "Nessuno mi chiede scusa, in fondo sono stata chiamata “troia”, ho due figli che non vogliono mai apparire, si sono chiesti: possibile che l’azienda dove lavora da anni la chiami troia? Dopo tre giorni il capo della comunicazione mi chiede scusa privatamente ammettendo che tutto è partito dal suo piccolo gruppo di persone che si occupa, appunto, della comunicazione". D’Urso dice di aver capito all’epoca che l’azienda non la gradiva più.