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Editoria, Angelucci vuole tutto: tratta con Eni ed Elkann per Agi e Repubblica

di Redazione

Il re delle cliniche ha già tre quotidiani ma si vuole allargare. Vicina Radio Capital, tenta la clamorosa impresa sul giornale che fu di Scalfari

Angelucci tratta con Eni e Gedi per Agi e Repubblica

Antonio Angelucci continua la scalata ai vertici dell'editoria italiana. Secondo un lungo articolo del Fatto Quotidiano di oggi, il re delle cliniche private del Lazio che ha messo le mani da tempo sul Tempo, Libero e Il Giornale, "continua a spingere per l’acquisto di Radio Capital dal gruppo Gedi" ma "sarebbe in trattativa per acquistare anche l’Agi, l’agenzia di stampa dell’Eni. Il cane a sei zampe se ne priverebbe senza drammi, visti i conti poco floridi e l’imminente conflitto con la redazione sul piano di risparmi e pensionamenti anticipati".

Non è tutto: "Sullo sfondo, c’è chi garantisce che Angelucci abbia anche avviato un discorso con la famiglia Elkann per comprare Repubblica. I tempi per un’operazione del genere – clamorosa per la storia del giornale fondato da Scalfari e per quella personale di Angelucci – sarebbero ovviamente più lunghi, ma se gli attuali proprietari decidessero di cedere, Angelucci non farebbe mancare il suo interesse".

Come spiega il Fatto Quotidiano: "Repubblica è il colpo grosso, il tassello definitivo, un’utopia forse irrealizzabile: gli permetterebbe di controllare un network enorme e trasversale, da destra a sinistra (d’altra parte il primo giornale posseduto da Angelucci, insieme a Libero, fu il Riformista di Claudio Velardi, un foglio vicino ai Ds di Massimo D'Alema)". 

Il Cdr Agi chiede incontro ad azienda

Il Cdr dell'Agi chiede all'azienda un incontro urgente in merito alle indiscrezioni su una trattativa per la vendita dell'agenzia rilanciate oggi da due quotidiani. La redazione, pronta a una mobilitazione adeguata, e' fortemente preoccupata dalla prospettiva di un eventuale cambio di proprieta', oltretutto - si legge sempre in una nota - alla vigilia di un passaggio importante come la trattativa che si prospetta su eventuali pensionamenti anticipati e nuove assunzioni tra i precari di lungo corso. Negli anni l'Eni si e' dimostrato editore capace di salvaguardare i livelli occupazionali e di garantire sempre l'autonomia e l'indipendenza dei giornalisti, tutti elementi - conclude la nota del Cdr Agi - che sarebbero fortemente a rischio nello scenario prospettato.