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I big del tech vogliono fermare Trump: meeting con Cook, Musk e Page

Tim Cook (Apple), Elon Musk (Tesla), Larry Page (Alphabet). Sono tre dei ceo più influenti del mondo e si sono ritrovati su un'isola al largo della Georgia. Non erano soli: c'erano anche alcuni dei leader del partito repubblicano, come Mitch McConnell, Karl Rove e Paul Ryan.
Erano lì per la conferenza annuale dell'American Enterprise Institute. Niente di strano (o perlomeno niente di insolito) se non fosse che uno dei temi centrali dell'incontro è stato “come fermare Donald Trump”.
A raccontare questo lato riservato del meeting (al quale ha partecipato anche Arthur Sulzberger,editore del The New York Times) è stato Bill Kristol, commentatore del Weekly Standard, in una mail pubblicata dall'Huffington Post. Kristol descrive Trump come “lo spettro” che si è aggirato tra le stanze del convegno. Perché “c'è forte scontento” per la sua ascesa. Un atteggiamento che lega Cook, Musk e Page ai leader repubblicani.
Ma perché Trump preoccupa i grandi della tecnologia? Apple e Google hanno sostenuto, con donazioni in denaro, soprattutto i candidati democratici. Mentre quella di Trump è una campagna auto-finanziata. Al di là delle convinzioni politiche, quindi, c'è di mezzo anche un futuro potere di influenza. Non solo: non sono mancati gli attacchi diretti da Trump verso Amazon e Apple. A Jeff Bezos è stato detto che "le cose cambieranno". Mentre il candidato repubblicano ha puntato il dito contro Apple per non aver aperto una backdoor su richiesta dell'Fbi.