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Innocenzi: "La carne cellulare? È buona, il ministro Lollobrigida la assaggi"

di Lorenzo Goj

La giornalista di Report racconta ad Affari l'esperienza di mangiare carne a base cellulare e quello che c'è dietro la forte resistenza italiana

Giulia Innocenzi: "Vietare la carne sintetica in Italia vorrebbe dire escludere i nostri imprenditori dal business"

La carne sintetica è davvero un “male” come sostiene il governo o c’è qualcosa di più “sporco” sotto? Da anni, ormai, si sente parlare di sostenibilità: parola, questa, che non riguarda solo il benessere dell’ambiente, ma anche dell’economia del nostro Paese. E un esempio molto poco virtuoso del concetto di sostenibilità sono gli allevamenti intensivi (di cui purtroppo l’Italia è piena).

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Questo genere di allevamenti, che riforniscono anche i grandi colossi del settore alimentare nostrano sul quale viene impresso con vanto il logo “made in Italy”, oltre che a provocare un dolore immane agli animali destinati al macello (il più delle volte maltrattati e mantenuti in condizioni disgustose), è causa di un’enorme quantità di inquinamento.

Inoltre, ma questo non riguarda solo l’Italia bensì il mondo intero, il consumo di carne animale è troppo elevato e, appunto, non più sostenibile. Ed è proprio qui che entra in campo l’innovazione portata dalla carne a base cellulare (questa la definizione più adatta e meno dispregiativa). Con questo nuovo modo di allevare, infatti, si può ottenere lo stesso prodotto senza passare dal massacro degli animali.

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Ma per capirne di più, Affaritaliani.it ha interpellato Giulia Innocenzi, giornalista in forza a Report, programma di inchieste in onda su Rai 3, e soprattutto tra le pochissime persone in Italia ad aver provato di persona la “carne coltivata”.

Lei è tra le uniche persone in Italia ad aver provato la carne sintetica

“Innanzitutto, ‘carne sintetica’ non è il termine corretto. È volutamente antipatico ed è nato proprio per confondere sull’origine del processo e non attirare i consumatori. Il termine giusto è ‘carne a base cellulare’ in quanto è sì realizzata in laboratorio, ma la base di partenza è un’autentica cellula animale”.