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“L’Espresso”, l’addio con polemiche (eccessive) di Damilano
L'ex-direttore ha annunciato di essersi dimesso per difendere il settimanale. Ospite a Di martedì ha parlato della carriera politica di Matteo Salvini
“L’Espresso”, l’addio del direttore Damilano
“Morire per Marco Damilano?”. Dopo quello, che assilla i leader e milioni di europei, in seguito all’aggressione della Russia all’Ucraina (“Morire per Kiev?”), un altro dilemma, seppure molto meno drammatico, tormenta molti giornalisti e i lettori de L’Espresso, non una folla, secondo le ultime rilevazioni.
“Mi sono dimesso-ha annunciato l’ex direttore-per difendere il settimanale, in cui ho lavorato per 21 anni, perché penso che L'Espresso non sia solo un pezzo di storia del giornalismo, ma anche un pezzo di storia del nostro Paese. E se tu indebolisci un giornale, rendi più fragile la democrazia. Se, per dirlo, bisogna fare un gesto, io questo gesto l'ho fatto”.
In realtà, per salvare e rilanciare un settimanale, seppur storico, occorre che sia fatto bene, pieno di notizie e non di teoremi, apprezzato e comprato dai lettori. Marco Damilano è diventato direttore il 25 ottobre 2017, quando l'Espresso vendeva 251.152 copie, ha lasciato 4 anni e mezzo dopo, con 151.076 copie vendute.
A causa di questo flop, l’editore Gedi, gruppo Exor, ha aperto una trattativa per vendere la testata di Arrigo Benedetti, Livio Zanetti, Eugenio Scalfari e Claudio Rinaldi. La società, presieduta da John Elkann, potrebbe vendere a Bfc Media, oggi attiva nell’informazione sui prodotti finanziari e acquisita di recente da Danilo Iervolino, che ha comprato da Claudio Lotito la Salernitana, club di serie A, ultimo in classifica, reduce da una umiliante sconfitta, allo stadio “Meazza” (0-5), contro l’Inter. Tra i candidati alla direzione, ci sono Paolo Madron e Milena Gabanelli.
Numerosi i messaggi di solidarietà a Damilano, in primis quello di Chicco Mentana, direttore del Tg de “la 7”, che ospita, spesso, i commenti-su una linea de’ sinistra, nostalgica dell’Ulivo di Prodi e anti-Salvini-dell’ex direttore del settimanale romana. Solidale anche la compagna di Mentana, Francesca Fagnani, che cura, su RAI2, il programma “Belve”.
Di parere diverso Benedetta Frucci, commentatrice de “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis: “Buona fortuna a Damilano, che non stimo. Se poi, con un nuovo asset, L’Espresso dicesse addio allo storico metodo Cederna, quella del fango su Tortora e Leone, lo stesso usato (ma non solo) contro Ilaria Capua, tanto di guadagnato per la libera informazione”.
Intervistato, in ginocchio, senza contraddittorio, dal conduttore, bersaniano, di Di martedì, su la 7, l’ex direttore, cacciato perché il suo giornale non vendeva copie, ha dichiarato finita la carriera dell’odiato Matteo Salvini. Ma finora, in realtà, è finita, male, la sua carriera di direttore di settimanale...O no?