L'innovazione digitale tra i banchi. Reply porta il coding nelle scuole
Italiano, matematica e coding. Con il mondo che evolve, cambiano anche le cose da insegnare. Come ad esempio i linguaggi base della programmazione, l'alfabeto digitale.
In attesa di un massiccio intervento pubblico, ci pensano singole iniziative e imprese private. Come Reply. La società che offre soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali, ha dato il via a Reply Code for Kids, l’iniziativa rivolta a ragazzi dai 5 ai 17 anni nata per diffondere la cultura digitale tra la futura generazione di innovatori grazie ad un'esperienza di gioco e sperimentazione.
Dopo il tour europeo dello scorso anno, che ha coinvolto oltre 1000 ragazzi in Italia, Germania e Inghilterra, Reply è pronta a ripartire. Il format dell’iniziativa prevede una giornata di evento in ogni scuola selezionata nella quale i trainer di Reply, appassionati di tecnologia, sensibilizzano bambini e ragazzi sui principali temi di innovazione e sviluppo, attraverso giochi, sperimentazioni e laboratori.
Ma perché una società privata si impegna a insegnare nelle scuole? Lo abbiamo chiesto a Lucia Randone, social network director di Reply.
“Reply è una società fortemente orientata all’innovazione caratterizzata da un’attenzione alla cultura, alla curiosità e alla voglia di trovare soluzioni concrete a nuove sfide. Un percorso di condivisione e formazione sui temi digitali doveva quindi partire dalla scuola. Con il Code for Kids, Reply vuole incoraggiare i ragazzi a essere attivi creatori di esperienze e contenuti, mostrando quanto sia facile e possibile diventare protagonisti. Code, Make and Play!”
Perché il coding è importante e perché lo sarà ancora di più in futuro?
L’evoluzione digitale delle nostre abitudini sta radicalmente cambiando le nostre vite personali e professionali, trasformando ogni aspetto delle nostre relazioni. Il coding è alla radice di questo processo e solo investendo ora sulle competenze digitali dei ragazzi possiamo garantirgli una formazione più solida e connessa al loro quotidiano. I bambini e ragazzi in età scolastica sono assidui utilizzatori di tecnologie digitali, ma spesso ignorano la logica delle macchine, relegando la loro esperienza a un utilizzo passivo. Si stima che andrà a crescere il divario fra richieste di competenze digitali e skill effettivi. Reply code for Kids, nel suo piccolo, vuole stimolare la curiosità verso queste competenze.
Quale accoglienza ha avuto la vostra idea?
Ottima! Abbiamo ricevuto più di 200 candidature di scuole arrivate sul sito codeforkids.reply.eu, un gruppo di scuole eterogeneo per età dei ragazzi, indirizzo delle scuole e dimensione delle città. Dirigenti, insegnanti e allievi sono sempre entusiasti di accogliere noi e il nostro laboratorio d’innovazione itinerante – il PowerLab - nei loro spazi e ogni volta per noi è una gioia vedere con quanto interesse e curiosità i ragazzi partecipano alle proposte che facciamo.
Le infrastrutture delle scuole italiane sono pronte per accoglierla?
Le infrastrutture ci sono: quasi tutte le scuole sono dotate di LIM nelle aule e di un laboratorio d’informatica. Per assicuraci una situazione omogenea e affinché tutti possano lavorare in aula, Reply integra con delle attrezzature per la sessione di codice e per il laboratorio di robotica. Per poter rendere questa giornata durevole nel tempo e trasversale a tutto il processo di apprendimento, il nostro parere è che sarebbe prioritario investire sulle competenze degli insegnanti. Abbiamo riscontrato una notevole disponibilità degli insegnanti nell’apprendere queste competenze anche perché crea di fatto un canale di comunicazione, che li avvicina ai ragazzi di oggi.
In Usa Obama ha lanciato un piano da 4 miliardi per portare il coding nelle scuole. Come vedete la situazione in Italia?
La situazione in Italia del coding nelle scuole sta evolvendo rapidamente con un sempre maggior numero di interlocutori che si interessano al tema. Le iniziative di sensibilizzazione alla cultura digitale si moltiplicano con una crescente attenzione da parte di genitori e insegnanti. A differenza di USA e Regno Unito, dove il coding è ormai parte integrante del percorso scolastico, resta da promuovere un coordinamento a livello nazionale che non lo limiti alla libera iniziativa dei ragazzi, ma li coinvolga attivamente nel loro cammino formativo.