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Luca Marinelli è Mussolini in "M – Il figlio del secolo", serie TV Sky che racconta il potere e il populismo
Luca Marinelli dà vita a Mussolini nella serie TV Sky "M – Il figlio del secolo", un racconto potente del potere, del fascismo e del populismo. La serie su Sky e NOW dal 10 gennaio
Luca Marinelli è Mussolini in "M – Il figlio del secolo", serie TV Sky che racconta il potere e il populismo
Dal 10 gennaio, Sky e NOW ci portano una serie che va oltre il racconto di un uomo che ha segnato la storia d’Italia. “M – Il figlio del secolo” non è solo la storia di Mussolini, ma uno specchio che riflette anche la nostra società, oggi. È un racconto che ci obbliga a fermarci, a riflettere su come la sua ascesa al potere ha ancora qualcosa da dirci.
Luca Marinelli interpreta Mussolini in un modo che non avevamo visto prima. Non è solo il Duce che conosciamo dai libri di storia, ma un uomo con tutte le sue fragilità, le sue ambizioni, i suoi dubbi. È un personaggio che, pur avendo ottenuto un potere enorme, non sembra mai veramente soddisfatto. C’è sempre qualcosa di più che vuole. Sempre.
La serie ci fa guardare a Mussolini e non solo come a un dittatore. Ci fa vedere un uomo che, dietro il suo carisma e la sua retorica, nasconde una solitudine che lo consuma. La sua sete di controllo, la voglia di essere visto come un salvatore, si scontra con la realtà di un uomo che, in fondo, non ha nessuno con cui davvero condividere il suo mondo.
Un uomo solitario, ma tanto vicino a noi
Quando guardiamo Mussolini in questa serie, non vediamo solo un personaggio del passato. Vediamo qualcosa di più. La sua capacità di sfruttare la paura e la divisione, di promuovere soluzioni facili per problemi complessi, ci fa pensare a quanto ancora oggi ci troviamo di fronte a dinamiche politiche simili. Mussolini, in qualche modo, non è mai stato davvero lontano. Lo sentiamo ancora nel linguaggio che usano molti leader di oggi. La manipolazione delle masse, il creare un nemico comune, è qualcosa che vediamo, purtroppo, anche nel nostro presente.
La serie non si ferma a raccontarci la sua ascesa. Non vuole solo mostrarci il fascismo come un capitolo di storia da dimenticare. Vuole farci capire come quella storia ci parli ancora oggi. Come quella retorica, quei mezzi per raccogliere consensi, siano ancora qui. E ci domandiamo: che cosa abbiamo imparato davvero?
La resistenza, tra uomini e donne
Un altro aspetto che fa riflettere è il ruolo delle donne nella storia. In “M – Il figlio del secolo”, Margherita Sarfatti non è solo l’amante di Mussolini. È una donna di potere, che si destreggia tra il suo amore per lui e il suo ruolo nel regime. Ma la serie non la rende solo una figura di complicità. La rende umana, complessa, divisa tra ciò che sente e ciò che sa essere giusto.
Dall’altro lato, c’è Velia Titta Matteotti, la moglie del deputato ucciso dal regime. La sua lotta per la verità, per la giustizia, è una delle storie più forti della serie. Non si piega mai, nemmeno quando le minacce arrivano pesanti. È la resistenza silenziosa, ma straordinaria, di una donna che lotta contro l’inganno e la violenza.
Guardare dentro noi stessi
Alla fine, quello che “M – Il figlio del secolo” ci lascia è una domanda scomoda. Guardiamo alla storia di Mussolini e vediamo qualcosa di più di un uomo del passato. Vediamo un riflesso di noi stessi. La serie non ci offre risposte facili, ma ci invita a fermarci e a pensare. Ci costringe a guardarci dentro, a chiederci cosa siamo disposti a tollerare, a come il potere e la manipolazione possano continuare a influenzarci.
“M – Il figlio del secolo” è una serie che non si dimentica. È una riflessione su quanto la storia, purtroppo, non smetta mai di insegnarci.