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Premio Morione, il vincitore Pietro Mecarozzi parla del suo Maremma Felix

di Cecilia Sandroni

Vince l'edizione 2021 del premio per il giornalismo investigativo Pietro Camerozzi con il documentario "Maremma Felix"

Pietro Mecarozzi - Giornalista, autore e jazzofilo. Comincia a 18 anni con alcune testate locali, poi Repubblica Firenze, la Nazione, Class, Vice, The post Internazionale. Attualmente collabora con Repubblica. Espresso e Fatto Quotidiano. È redattore de Linkiesta.

Ha studiato all'Università di Firenze e conseguito un master in giornalismo politico-economico alla Business School de Il Sole 24 Ore. Le sue passioni sono: politica, economia, inchieste e data journalism. Un libro di racconti alle spalle e nel tempo libero Charles Mingus, Milan e Dostoevskij.

A Pietro Mecarozzi abbiamo chiesto:

Come nasce Maremma Felix?

L'inchiesta approfondisce ciò che la Maremma Toscana nasconde. Essendo originario proprio della Maremma, mi sono sentito in dovere di portare alla luce queste criticità. Con la speranza di aver veicolato un messaggio di consapevolezza a tutta la popolazione maremmana.

E cosa hai imparato dal tuo tutor? Oggi riguardando il documentario sei soddisfatto?

Danilo Procaccianti è stato un tutor fantastico. Mi ha insegnato molte cose, da grande giornalista qual è. In particolare mi ha aiutato molto a trasformare il mio lavoro da una bozza scritta a una video inchiesta. Sono soddisfatto del mio lavoro, anche se - per motivi di produzione e tempistiche - gli argomenti lasciati fuori sono stati davvero molti. Per esempio abbiamo eliminato alcune questioni sugli oligarchi russi e alcuni casi di inquinamento ambientale legati alla criminalità organizzata. Argomenti che comunque riprenderò in futuro, con nuove inchieste.

Il tuo giornalista di riferimento? Chi vorresti diventare?

Apprezzo i lavori di Giovanni Tizian, Francesca Mannocchi, Emiliano Fittipaldi, Fabrizio Gatti, Paolo Biondani, Danilo Procaccianti, Giorgio Mottola e ovviamente Sigfrido Ranucci. Vorrei diventare solo un buon giornalista.

Vivi e lavori a Milano, cosa ti manca della tua terra natia, Albinia?

Il mare. Le persone: autentiche e solari, i veri maremmani. Mio fratello minore e la mia famiglia.