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Presidenza Rai: spunta il nome de Masi. Opzione quotidiana per CartaBianca
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Si lavora alacremente in ambienti governativi sul dossier Rai. L’anno elettorale incombe e visto che la partita si giocherà a livello territoriale, grillini e piddini vogliono un servizio pubblico più in ‘sintonia’ con i desiderata del nuovo governo Conte-bis. E fra questi, non rientra Marcello Foa, simbolo – secondo il Pd soprattutto – di un servizio pubblico militarizzato dalla voracità di Matteo Salvini durante il suo governo. Ma ci vuole un nome forte per motivare il ‘Putsch’ e arginare la prevedibile controffensiva leghista. Qualcuno ha lanciato nelle continue riunioni fra i due neo-alleati anche il nome del sociologo Domenico De Masi.
Da sempre simpatizzante della sinistra, poi passato con Grillo, ora tornato al vecchio amore. Un prestigio accademico difficilmente discutibile, buon conoscitore dei meccanismi della comunicazione, volto popolare e rassicurante. Sistemato il dossier presidenza, il secondo obiettivo dei giallo rossi sarebbe la riconquista della TGR, che -soprattutto il neo partito renziano - non vuole lasciare nelle mani di Sandro Casarin. Ma tutto è legato alla sostituzione di Foa, che non è per nulla scontata. Torna una trasmissione storica di approfondimento del Tg Uno, Tv 7, e fa subito un buoni risultati.
La seconda puntata ha toccato quasi una media del 12% di share staccando di parecchio ‘Linea Notte’ del Tg Tre, che ha raggiunto il 2.38. Soddisfazione del direttore Giuseppe Carboni, ma anche della storica curatrice Maria Luisa Busi, che sta confezionando un prodotto di impatto e sottovalutato dai vertici aziendali. Da segnalare un servizio di Riccardo Giacoia dedicato ai ‘bambini soldato’ della ‘Ndrangheta con una agghiacciante intervista al pentito Luigi Bonaventura che andrebbe fatto proiettato nelle scuole.
Nell’ultima puntata del suo programma, Bianca Berlinguer ha superato stabilmente con ‘CartaBianca’ il 6% ospitando Matteo Salvini tenendo testa al rivale Giovanni Floris. Ma il merito non è solo del segretario leghista visto che la curva sembra reggere e il pubblico si mantiene fedele nel corso delle tre ore di messa in onda. Innegabili i picchi del segretario leghista, ma la macchina complessiva sembra oliata. Si spera ora in un ritorno in onda anche della versione quotidiana del talk dell’ex direttore del Tg 3 che aveva portato (con enormi rischi) la politica nel pomeriggio di Rai 3 raggiungendo ottimi risultati.