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Rai, Anzaldi (Italia Viva): Renzi diverso da Salvini-Di Maio, non lottizzò Tg1
Il Segretario della Vigilanza respinge le accuse al suo leader e auspica una Rai governata da risorse interne mai schieratesi politicamente
Con la caduta del governo giallo-verde e l'avvento di quello giallo-rosso, la Rai torna territorio di "conquista" da parte dei partiti di maggioranza, e precisamente di quella strana Triplice Alleanza che vede il M5s alle redini del Paese con il Pd e con Italia Viva di Matteo Renzi.
Essendo quest'ultimo il detentore della golden share sull'Esecutivo, vede ovviamente la stampa attribuirgli manovre egemoniche di riappropriazione del Servizio Pubblico (come, del resto, sarebbe anche fisiologico), e certi giornali finiscono addirittura per paragonarlo a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio nel momento in cui - l'anno scorso - presero letteralmente d'assalto quella Rai che, in campagna elettorale, avevano invece sbandierato di volere avulsa dalla politica. Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai e deputato della Commissione Cultura di Italia Viva, respinge al mittente tali ricostruzioni giornalistiche e, su Facebook, scrive: "Non è paragonabile in alcun modo l'occupazione della Rai fatta da leader come Salvini e Di Maio e in particolare dalla Lega rispetto all'atteggiamento tenuto da Matteo Renzi negli anni in cui governava."
Commenta quindi: "Parlare di uomini piazzati dall'ex premier non ha alcun riscontro. Renzi è stato l'unico presidente del Consiglio degli ultimi 20 anni a non imporre un nuovo direttore del Tg1 vicino al governo, come hanno fatto tutti gli altri, tanto che rimase chi c'era già. I vertici nominati da M5s e Lega hanno proceduto inmediatamente, a poche settimane dalla nomina, ad azzerare i direttori dei tg, mettendo persone che sono state poi tra l'altro anche richiamate più volte dall'Agcom, ed hanno addirittura aumentato senza alcuna motivazione i vice direttori, peraltro senza fare nessun job posting. C'è stato persino un direttore di tg che ha messo un like al tweet di un deputato che chiedeva di tappare la bocca a un altro deputato, altro che equilibrio".
E ancora: "Un atteggiamento ben diverso dai vertici indicati da Renzi quando era premier, che hanno cambiato alcuni direttori (neanche tutti) solo dopo un anno dall'insediamento, peraltro in pieno agosto solo per tentare di far dimenticare lo scandalo dei mega stipendi. Nessun direttore nominato dai vertici indicati dal governo Renzi ha mai subito alcun richiamo, ma questo non è bastato per bloccare l'occupazione di chi è venuto dopo".
L'Onorevole Anzaldi torna anche sulla vexata quaestio degli agenti televisivi. "Se c'è un esponente politico che si batte da anni contro lo strapotere degli agenti in Rai" scrive, "è il sottoscritto, che sostiene Renzi fin dall'inizio. Il primo e unico atto ufficiale mai approvato contro i conflitti di interessi di agenti e mega conduttori è la Risoluzione approvata all'unanimità in commissione di Vigilanza di cui sono stato relatore unico. Se fino ad oggi non ha trovato applicazione, dopo diversi esposti anche alla Corte dei Conti e all'Anac, appelli al presidente della Camera Fico, delibere dell'Agcom, è perché la Rai si è permessa di non rispettare un preciso atto di indirizzo del Parlamento, nel silenzio degli organi di controllo".
Il Segretario della Vigilanza Rai si premura anche di esprimere i propri auspici sul nuovo assetto della Rai (assetto che non dovrebbe essere molto lontano dal profilarsi all'orizzonte, qualcuno è convinto addirittura che sia questione di giorni). "Ora con il nuovo Governo" prosegue Anzaldi, "c'è l'occasione di dare una svolta al servizio pubblico: occorre ristabilire il rispetto della legge con la nomina di un vero presidente di garanzia e occorre cambiare quei dirigenti (Teresa De Santis e Carlo Freccero, ndr) che in questi mesi hanno fatto a pezzi il pluralismo e danneggiato l'azienda con trasmissioni flop, risultato molto spesso di scelte politicizzate e senza alcun senso professionale. La Rai nomini persone nuove, peschi al proprio interno tra i tanti che non sono stati in prima linea in questi anni, dia davvero il senso di cambiamento. Certo non si può pensare di premiare i vice che hanno avallato senza fiatare tutti gli abusi di questi mesi. Altrimenti si aprirà solo l'ennesima stagione di lottizzazione che rischia di dare il colpo di grazia al servizio pubblico pagato dal canone degli italiani". Amen, commentiamo noi.