MediaTech

Rai, via Amadeus: la premier non punti su tele-Meloni e taccia su Fiorello

Di Pietro Mancini

Il conduttore, stranamente, lascia (o è costretto) la Rai, quando, anche nell’azienda, puntano all’egemonia il populismo e il nazionalismo...

La premier non punti su tele-Meloni e non dia consigli ai dirigenti anche pro-permanenza di Fiorello. Commento 

Il congedo dalla Rai di Amadeus, bravo ed esoso conduttore, mi ha fatto ricordare la sarcastica reazione di Palmiro Togliatti all’addio al PCI dello scrittore Elio Vittorini: “Elio se n’è juto e soli n’ha lassatu !”. Questo era il titolo, sprezzante, del corsivo di Roderigo di Castiglia, cioè del capo del partitone rosso (Pansa dixit), stampato, su Rinascita, nel 1951.

LEGGI ANCHE: Amadeus porterà a Nove 30 milioni di euro in più, le stime

Certo, Amadeus è simpatico e bravo, ma non colto, come lo scrittore ex PCI. Il conduttore, stranamente, lascia (o è costretto) la Rai, quando, anche nell’azienda, puntano all’egemonia il populismo e il nazionalismo, i filoni politico-culturali di Meloni e Salvini.  In passato, un altro conduttore, Pippo Baudo, vicino alla DC, lasciò viale Mazzini, al culmine della sua popolarità, dopo una polemica con il Presidente craxiano, Enrico Manca.  Stavolta la Presidente del Consiglio dovrebbe disinteressarsi delle nomine alla Rai, smentendo, con i fatti, di puntare su tele-Meloni e astenendosi anche da dare consigli, inopportuni, ai dirigenti pro-permanenza del prezzemolone Fiorello.