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Renzi direttore de Il Riformista: i tanti dubbi che aleggiano sul nuovo ruolo

Di Giuseppe Vatinno

Renzi ha dichiarato che il Riformista da lui diretto non sarà il giornale del Terzo Polo, ma c’è veramente da credergli?

La legge dice che in caso di elezione di un direttore di giornale esso deve nominare un direttore responsabile in sua vece. Forse potrebbe fare il direttore editoriale. C’è poi il problema della linea politica. Renzi ha dichiarato che il Riformista da lui diretto non sarà il giornale del Terzo Polo, ma c’è veramente da credergli? Come sarà possibile –si chiedono molti- tenere una linea politica equilibrata quando si è fortemente impegnati nell’agone politico quotidiano?

Sembra impossibile fare un quotidiano non schierato. Renzi, infatti, ha detto che non lascia (la politica) ma addirittura raddoppia. In ogni caso la sua nomina è stata, tanto per cambiare, assai divisiva. La sinistra osserva sospettosa, anche se lo stesso Renzi ha detto che il suo nome è stato suggerito a Sansonetti da un deputato Pd e cioè quel Gianni Cuperlo che è stato in lizza per far il segretario del Pd fino a poco tempo fa.

Il Pd targato Schlein è infatti agli antipodi della visione politica del senatore toscano. A destra, invece, l’accoglienza è stata migliore, se non altro perché la donna di Matteo Salvini, Francesca Verdini, porta un cognome che ha ancora un peso da quelle parti. Poi la vocazione anti - giudiziaria della testata è comunque ben accolta, tanto che la stessa Giorgia Meloni è stata una delle prime a congratularsi pubblicamente per il nuovo incarico anche perché è stata la prima a cui stranamente Renzi l’ha comunicato. Ostile Luciano Fontana, direttore de Il Corriere della Sera, ex Unità, che ha criticato i “mille mestieri” di Renzi. Un attacco abbastanza a sorpresa dalla ammiraglia del gruppo Cairo. Una considerazione merita non solo il raddoppio di Renzi ma anche quello di Romeo. L’Unità si aggiunge ora a Il Riformista va a costituire una certa flottiglia che, insieme a Il Dubbio fondato dallo stesso Sansonetti e ora diretto da Davide Varì-, andrà a sparare ad alzo zero contro la magistratura.

E questo va a minare la “purezza informativa” dei due prodotti editoriali offerti al pubblico.