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Repubblica scorda il passato e ospita l'appello di nonno Berlusconi

Pietro Mancini

E "La Repubblica", il giornale-partito. nemico, di Berlusconi, dimentica il passato anti-Cav. e ospita un appello di nonno B

"Grillini inadeguati. Pronti al governo con la Lega e i fuorusciti dal M5S". Cosi', ieri, parlò Silvio Berlusconi, 82 anni. Su "Il Giornale" del fratello Paolo ? No, su "La Repubblica" di de Benedetti, fondata da uno dei più accaniti nemici dell'ex premier, Eugenio Scalfari, 94 anni. Il "giornale-partito" che, diretto da Ezio Mauro, ospitò una dura lettera contro l'allora coniuge di donna Veronica Lario. E mitragliò il capo del governo, per mesi, con 10 domande, vergate dal compianto Giuseppe d'Avanzo, sui "Bunga Bunga" e sui  presunti rapporti del Dottore di Arcore con avvenenti "olgettine" e con la campana Noemi Letizia, allora minorenne.Tutto dimenticato, all'insegna del fronte comune contro gli odiati "grilloleghisti", in primis contro Matteo Salvini, che ha soffiato la leadership del centrodestra a Berlusconi, senza prima ossequiare il fondatore di Forza Italia come un Alfano qualunque.

E' singolare, tuttavia, che "La Repubblica" non abbia ritenuto, ospitando le avances berlusconiane ai "pentiti" M5S, di dover rinnovare le sue critiche, passate e recenti, alle "campagne acquisti" dei parlamentari, eletti in uno schieramento e "convinti" a...Scilipotare sul fronte opposto.

I lettori del quotidiano, oggi diretto da Mario Calabresi, non hanno trovato la  netta censura di questi annunciati (o solo auspicati ?) "salti della quaglia", che contribuirebbero ad alimentare la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Molti anni fa, un graffiante commentatore di estrema destra utilizzò il termine "puttani". Alberto Giovannini, bolognese, direttore de "il Roma", coniò, in un memorabile editoriale, la sprezzante definizione per bocciare i sette consiglieri comunali monarchici, che a Napoli passarono con la DC di Silvio Gava e provocarono la fine della Sindacatura discussa-ma ritenuta da Indro Montanelli e da alcuni storici di sinistra non del tutto negativa- del Comandante Achille Lauro.

La vicenda si verificò nella primavera del 1961 e l'articolo di Giovannini ebbe una vasta eco, ben al di là del Golfo partenopeo.

Circolarono voci di passaggi di denaro, ma in realtà, tra Napoli e la segreteria politica della DC, guidata da Amintore Fanfani, si valutò che il laurismo aveva esaurito la sua fase propulsiva e non si poteva rinviare il ribaltone.

E oggi ? Massimo rispetto per i travagli interiori, i dubbi e i ripensamenti, sinceri, dei deputati e dei senatori, diffidenza per i "cartellini rossi" e le "multe", affibbiate dai grillini ai "traditori". Ma sarebbe auspicabile la più netta dissociazione, politica ed etica, dei leader-soprattutto di quelli, che hanno svolto incarichi nelle istituzioni- dall'arruolamento di deputati "puttani". La "campagna acquisti" lasciamola ai Presidenti dei club del Campionato di calcio.