Sharp, storia di una nobile decaduta: Foxconn verso l'acquisizione
Sharp cambia bandiera. La storica casa giapponese potrebbe trasferirsi a Taiwan. Sarebbe vicina l'acquisizione da parte di Foxconn, società famosa come fornitrice di componenti per Apple e Sony. Un'operazione che racconta quanto gli equilibri nel mondo della tecnologia siano cambianti nell'arco di cinque anni.
Sharp era un gioiello della tecnologia giapponese. Poi il collasso. Dal 2011 a oggi, la società ha bruciato 1000 miliardi di yen (7,6 miliardi di euro) e nei primi nove mesi dell'anno fiscale 2015-2016 ha registrato una perdita netta di 108,3 miliardi di yen (830 milioni di euro).
In pratica Sharp, se lasciata a se stessa, va dritta verso il fallimento. Con tutti i suoi 50 mila dipendenti. In presenza di casi come questo, il governo giapponese è solito spingere a una ristrutturazione capace di redistribuire occupazione e tecnologia strategica tra altre imprese giapponesi. Sharp ha preso un'altra strada. È orientata ad accettare l'offerta da oltre, pari 5 miliardi di euro, avanzata da Foxconn.
Fino a poco fa era impensabile che un fornitore di componenti potesse conquistare un marchio che gode di fama mondiale come Sharp. E soprattutto è la prima volta che un gigante di queste dimensioni sfugge alla rete giapponese per battere bandiera di Taiwan.
Foxconn ha intenzione di tenere in piedi Sharp. Sarebbe il lasciapassare che permetterebbe al gruppo di passare dai sottoscala della componentistica al salotto dei prodotti marchiati. Questione di reputazione ma anche di margini.