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Spazio e mestruazioni: la vera storia di Sally Ride e gli assorbenti NASA

Negli Anni '80 la NASA ha chiesto alla prima astronauta, Sally Ride, se fossero sufficienti cento assorbenti per il suo viaggio nello spazio

In questi giorni su TikTok e Instagram è tornata in tendenza una canzone scritta e interpretata dalla comica Marcia Belsky durante un suo spettacolo nel 2020. Come riporta il post.it, il brano dal titolo “La prova che la NASA non sa niente di donne" parlava della storia dell'astronauta Sally Ride, la prima donna americana ad andare nello spazio nel 1983 e la terza nella storia.

"Vi ricordate di quella volta che la NASA mandò una donna nello spazio per soli sei giorni e le diede cento assorbenti? Cento assorbenti! - recita la canzone - E le chiese 'saranno abbastanza?', perché non sapevano se sarebbero stati abbastanza. E queste sono le più grandi menti del nostro paese".

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Cento assorbenti sono evidentemente un numero esagerato per una permanenza di soli sei giorni nello spazio ma al di là dell'evidente errore di valutazione della NASA, la canzone è diventata sostanzialmente un inno femminista che denuncia come molto di ciò che riguarda le donne viene trattato in modo molto marginale a livello culturale.

Belsky aveva raccontato di aver scoperto la storia di Sally Ride in un articolo su Vox, che a sua volta citava un profilo della giornalista Ann Friedman. Sally inizialmente non voleva fare l'astronauta ma alla fine venne selezionata per un programma voluto dalla NASA nel 1978 per restituire una sensazione di maggiore attenzione alla parità di genere. 

Al momento di mandare Sally nello spazio sullo Space Shuttle 7, l'agenzia spaziale americana si era resa conto di non essere pronta ad ospitare donne sui propri veivoli. Mancavano ad esempio dispositivi come una toilette adatta al genere femminile. Non si erano poi mai posti il problema delle mestruazioni. Quando chiesero a Sally se cento assorbenti fossero sufficienti, lei rispose che erano troppi ma soprattutto disse che la cosa le sembrò molto divertente in quanto "l’unica cosa che so delle missioni nello spazio della NASA è che sono estremamente selettivi su cosa portare a bordo, ma tipo che contano i grammi. Della serie che non puoi portare un paio di calzini in più".

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Una seconda astronauta che partecipò allo stesso programma spaziale, che era anche medico, ha spiegato che la proposta della NASA di cento assorbenti nasce dall'aver ragionato sul peggiore scenario possibile. Si era "ipotizzato un flusso retrogrado, e che il sangue sarebbe potuto andare nell’addome, causare una peritonite e altre cose orribili".






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