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Spid, Italia spaccata in due: il digital divide esclude il Sud

Spid: a che punto è il sistema pubblico di identità digitale

Spid è il sistema pubblico di identità digitale. È la soluzione pensata per accedere ai servizi della pubblica amministrazione: dalle prenotazioni sanitarie alle iscrizioni scolastiche, dalla situazione contributiva alle pratiche d'impresa.

Agenzia delle Entrate e Inps si sono già aperte a Spid. Da oggi, due maggio, i possessori dell’identità digitale potranno accedere anche ai servizi online di Equitalia per controllare la situazione debitoria, pagare cartelle e avvisi, richiedere una rateizzazione fino a 50mila euro, sospendere la riscossione e verificare eventuali procedure in corso.

Dovrà essere operativo ovunque entro la fine del 2017. I tempi non sono così ampi, considerando che spesso regioni e comuni non dispongono di infrastrutture adeguate. E allora meglio guardare alle pubbliche amministrazioni che si sono già adeguate e a quelle che lo hanno già fatto.

A oggi, le più rapide sono state poche: tra le Regioni ci sono Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Tra i Comuni c'è Venezia. Entro giugno, Spid si allargherà a Piemonte, Lombardia, Liguria, Umbria, Marche, Lazio. Cui si aggiungono i comuni di Firenze e Lecce. Per gli altri c'è ancora più di un anno e mezzo per rientrare nella scadenze di un servizio che dovrebbe migliorare l'accesso alla PA. Ma già da ora la progressione sottolinea, ancora una volta, il digital divide tra il nord e il sud. Una “questione meridionale”, come suggerisce Ernesto Belisario in un suo tweet, che appare evidente se tradotta in grafica.

 

spid
Al sud, Spid non esiste e non esisterà almeno fino a giugno, con la sola eccezione di Lecce. Per il resto nulla. Mentre al nord mancheranno solo Trentino, Valle d'Aosta e Veneto. Un'Italia divisa dallo Spid. Un'Italia a due "velocità", come suggerisce la pronuncia anglofona dell'acronimo. Un digital divide nel digital divide che già penalizza il Paese.