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Tech, vincitori e vinti delle presidenziali: Oracle e Thiel vs Apple e Amazon

Peter Thiel e Larry Ellison (Oracle) hanno appoggiato i repubblicani. Cook, Bezos e Moskovitz (e tanti altri) Hillary Clinton

Donald Trump ha già un record: è il presidente più odiato dal mondo della tecnologia Usa. Lo scorso luglio, una lunga lista di manager e investitori aveva firmato una lettera, definendo l'elezione del candidato repubblicano “un disastro per l'innovazione”.

Hillary Clinton aveva un programma per facilitare gli investimenti e attrarre startup. Donald Trump, che da queste parti sarebbe definito palazzinaro, non ha mai mostrato simpatia nei confronti delle tech company. Nel suo programma, l'unico cenno alla al settore digitale riguarda la cybersecurity. Per il resto nulla. Eppure ci sono alcuni (pochi) protagonisti della Silicon Valley che hanno deciso di appoggiare Trump, con dichiarazioni e (soprattutto) milioni di dollari. I nomi più celebri sono due. Il primo è Peter Thiel, fondatore di Paypal. Ha donato 1,25 milioni alla campagna presidenziale ed è salito sul palco della convention repubblicana. L'altro è Larry Ellison, il patron di Oracle. Anche da parte sua c'è stato un appoggio economico ai conservatori.

La lista degli sconfitti è molto più lunga. Tim Cook era entrato nella lista dei possibili vicepresidenti di Hillary. Il che la dice lunga sul suo orientamento. Il fondatore di Apple, Steve Wozniak, è tra i firmatari della lettera che bolla Trump come un disastro. Zuckerberg non si è esposto personalmente, ma è stato molto vicino alla presidenza Obama. L'altro fondatore di Facebook, Dustin Moskovitz, si è invece esposto eccome: tra contributi personali e societari ha donato ai democratici più di 20 milioni di dollari. Lo scontro più duro, però, è con Jeff Bezos. Trump ha promesso che, in caso di elezione, “Amazon avrebbe avuto dei problemi”. Mentre Bezos ha definito il neo presidente “un pericolo per la democrazia”.