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Top 100 comunicatori al mondo, Pigozzi di Mediobanca unico volto italiano

A guidare la classifica del 2022 sono, per il terzo anno consecutivo, le donne con 57 volti del settore contro "solo" 43 nomi maschili
Influence 100, chi sono i migliori comunicatori del mondo: Pigozzi di Mediobanca unica italiana in classifica
Comunicare efficacemente in un’epoca caratterizzata da uno scenario geopolitico complesso e da grandi cambiamenti economici, sociali e ambientali, è una delle sfide principali per le aziende, siano esse multinazionali e corporation che PMI o start-up.
Mai come quest’anno, i migliori professionisti della comunicazione hanno fatto la differenza lavorando in un contesto mediatico attraversato da discontinuità e mercati instabili. Ma chi sono i 100 comunicatori aziendali più influenti al mondo del 2022? A stilare la classifica ci pensa ogni anno, con il suo report The Influence 100, PRovoke Media, la media company che produce analisi, insight e news sulle tendenze più importanti del mondo della comunicazione d’impresa.
Un ranking che rappresenta la più completa mappatura dei direttori della comunicazione e marketing più influenti, che hanno il maggior peso in termini di reputazione, anche perché nella maggior parte dei casi a diretto riporto di alcuni dei CEO più autorevoli del mondo. Nella classifica c’è anche Lorenza Pigozzi, Direttore comunicazione e relazioni istituzionali di Mediobanca. Si tratta dell’unica italiana presente nel ranking nonché dell’unico corporate brand italiano.
Cosa emerge dal report? Innanzitutto, che le donne sono più numerose rispetto agli uomini per il terzo anno consecutivo, 57 contro 43. Una presenza femminile che è in continuo aumento nel tempo (erano 47 nel 2019, 54 nel 2020 e 55 nel 2021). A livello geografico, il 53% dei migliori direttori comunicazione lavora negli USA, seguiti dall’Europa (24%), dall’Asia (13%), dal Medioriente e dall’Africa (7%) e dall’America Latina (3%). In un’era sempre più tecnologica e digitale, non sorprende che il settore più rappresentato sia proprio quello della tecnologia /telecomunicazioni/elettronica(17%), seguito da finanza e i servizi (16%), beni di largo consumo (15%), healthcare (11%) e food e drink (11%).