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Tumori e malattie neurodegenerative, dall’epigenetica una speranza
Eminenti medici e ricercatori, conosciuti a livello nazionale ed internazionale, si sono incontrati a Taranto per considerare le nuove frontiere della Medicina
Ha fatto sensazione nel convegno la testimonianza, presentata dal prof. Gianpaolo Pisano, di un paziente affetto da ipoacusia sensoriale bilaterale congenita neurodegenerativa (problemi d’udito) per la quale l’unica soluzione erano le protesi e che grazie alla terapia del prof. Biava è migliorata oggettivamente. Lo si è visto dall’audiogramma proiettato sullo schermo gigante.
Possiamo dire come fa osservare Stefano Ciaurelli che il prof. Pier Mario Biava bisogna posizionarlo tra i grandissimi, così come ritiene anche il vice premio Nobel Ervin László, “augurandoci che quando sarà chiaro per tutti, possa coronare una vita dedicata, ancor più che una carriera, con il premio Nobel, che possiamo dire che ‘in pectore’ già ce l’ha”.
L’intuizione straordinaria è che pensò che all’interno dell’utero e nel periodo esatto del primo trimestre, cioè quando avviene la differenziazione degli organi e delle cellule, ci potesse essere qualche cosa che determinava e controllava lo sviluppo normale della vita nascente. Noi non siamo solo un corpo, siamo prima di tutto una informazione. All’origine della vita c’è una informazione intelligente che dà origine a tutte le cose che appaiono nel nostro universo.
E che la materia è quello che appare ai nostri sensi, ma la realtà è informazione. Quello che è stato geniale nel tentativo di Pier Mario Biava è quello di cercare in tutti i modi di dare di nuovo le informazioni corrette alle cellule tumorali degenerate, le sostanze necessarie che sono venute a mancare per recuperarle ai loro scopi iniziali, riprogrammandole secondo la loro origine naturale.
E il prof. Biava in conclusione ha riferito : “Planck, premio Nobel, padre della biofisica quantistica, ha detto che ha studiato per tutta la vita la materia, per dire alla fine che la materia non esiste. Ciò che esiste sono delle particelle che vibrano e trasferiscono informazione, quindi alla fine di tutto c’è l’informazione e noi siamo essenzialmente informazione per cui non finiamo con il nostro corpo”.