MediaTech
Tumori e malattie neurodegenerative, dall’epigenetica una speranza
Eminenti medici e ricercatori, conosciuti a livello nazionale ed internazionale, si sono incontrati a Taranto per considerare le nuove frontiere della Medicina
Su di lui si era così espresso Ervin László, candidato due volte al premio Nobel: “Penso che la scoperta di Pier Mario Biava è una scoperta epocale che cambia la nostra concezione, non solo della medicina ma della salute, della sanità”.
“Ci tengo a sottolineare – ha riferito Stefano Ciaurelli dell’equipe di Pier Mario Biava – che il prof (riferendosi a lui) ha sempre voluto fortemente unire questi momenti divulgativi ad un lavoro solido di scienza pur concentrandosi nella ricerca per dare un futuro roseo a queste scoperte che, anche se nei dati sono straordinarie, hanno bisogno di essere rafforzate nelle pubblicazioni, nella condivisione, nella credibilità, perché cambiare un paradigma come sta facendo il prof non è facile. Mi faccio carico di tanti ricercatori che pensano che veramente quest’uomo sta cambiando il corso della Medicina. Mettiamoci affianco a lui e cerchiamo piano piano di fare questo passaggio, che domani lo dovremo a tutta l’umanità, a tutti quelli che ne hanno bisogno”.
E Pier Mario Biava ha aggiunto: “Purtroppo, bisogna che spieghiamo meglio questo concetto, cioè che difronte alle malattie complesse, in cui le lesioni sono molteplici, sia nei tumori che anche in tutta la patologia neurovegetativa che richiedono una rigenerazione tessutale, con il paradigma riduzionista farmacologico tradizionale, noi non possiamo avere risposte. Allora o i medici capiscono che bisogna cambiare in queste prospettive il paradigma scientifico e cioè che se noi vogliamo rigenerare un tessuto dobbiamo dargli esattamente, copiando dalle cellule sane, tutte le informazioni che la loro vita utilizza per auto organizzarsi, o non otteniamo nulla. Noi abbiamo confermato tutte le scoperte del Premio Nobel prof. Yamanaka, e in più abbiamo utilizzato un approccio che permette un miglioramento notevole della terapia".
Per riprogrammare le cellule tumorali, visto che ci sono molteplici lesioni nei tumori, non basta la terapia chemio, radio e così via. Ben vengano queste terapie, che servono per distruggere, ma con queste non si può riprogrammare una cellula alterata tumorale, bisogna fornirle le sostanze opportune che il prof. Biava ha scoperto nelle sue ricerche e messo a punto in farmaci in commercio, analizzando un pesciolino, lo zebrafish. Utilizzando sofisticate tecniche, è possibile ottenere da questo pesciolino l’intero codice epigenetico in grado di riprogrammare le cellule umane e di differenziarle per rigenerare i tessuti distrutti. E questo è efficace oltre che per i tumori, anche per il Parkinson, l’Alzheimer, Sclerosi Multipla ed altre patologie.