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Vasco Rossi? "Come il Papa, la gente vuole la sua benedizione. Vi racconto il Blasco dietro le quinte" - L'intervista a Giorgio Verdelli
Giorgio Verdelli racconta ad Affartaliani.it il suo settimo documentario dedicato al Blasco, “Vasco Rossi - I Magnifici 7”, in onda su Canale 5 il 28 dicembre
"Vasco Rossi come il Papa, la gente vuole la sua benedizione. Vi racconto il Komandante dietro le quinte" - L'intervista a Giorgio Verdelli
Sette magnifici concerti di Vasco che racconto sarà? E quali sorprese dobbiamo aspettarci da questo dato docu?
Intanto già l'occasione in sé è storica e straordinaria. Avevamo già fatto Vasco a San Siro con i suoi sei concerti, ma sette era una cosa epocale, per cui ci siamo posti anche l'obiettivo di cambiare il racconto. E penso che lo abbiamo fatto, perché intanto si svolge tutto dentro San Siro. Le interviste sono davanti e dietro il palco, i personaggi sono all'interno dello stadio e c'è tantissima musica integrale: 14 pezzi per intero, più tanti altri. E c'è, c'è la grande partecipazione del popolo di Vasco, perché il protagonista è sì Vasco Rossi, ma anche il pubblico di Vasco, i suoi musicisti, i tecnici. C'è questo abbraccio assoluto che San Siro riesce a esprimere meglio di tutti gli altri stadi"
Qual è il momento che ti ha emozionato di più e quello che consideri più iconico?
Ci sono stati molti momenti belli, però uno in particolare lo racconta anche Vasco: quando è venuto a piovere il terzo giorno la gente ha continuato imperterrita e lui ha continuato a cantare, mettendoci ancora più passione. Perché, quando parlo dell'abbraccio... quello era un vero stare insieme. E si sente, si vede. Infatti sono molti brani presi da quel concerto, che magari tecnicamente avrebbe potuto avere dei problemi, ma in realtà è risultato un evento assoluto, perché cantare insieme sotto la pioggia quella musica è una cosa che non dimentichi mai"
Tre ragioni per cui Magnifici sette è imperdibile anche per i pochi che non sono fan di Vasco?
Intanto un artista che riesce ad avere quel successo in quel modo, per tanto tempo, è da vedere e da sentire comunque. Ma uno che riesce a riempire San Siro per sette concerti di seguito - e ne avrebbe potuti fare anche dieci - va considerato con rispetto perché non è più soltanto un artista, è un modo di essere e un modo di vivere. E la ragione per cui io consiglio di vedere Vasco è che tutti ritroveranno qualcosa della propria vita dentro, sia i fan, che quelli che non lo conoscono. E - citando una nota canzone di Ivano Fossati - 'Per chi l'ha visto e per chi non c'era e per chi quel giorno lì inseguiva la sua chimera'..."
Giorgio Verdelli (foto Ipa)
Nel 2019 aveva realizzato dopo Siamo solo noi - Sei come sei. Che differenza hai trovato nei due tour di Vasco?
Nel 2019 Vasco era un artista di successo grandissimo, sei giorni a San Siro.... anche lì forse avrebbe dovuto farne di più. Però negli ultimi giorni, dico una cosa provocatoria: Vasco è diventato quasi come il Papa. E' diventato è diventato uno da cui la gente vuole le 'benedizioni'. Sapete che ci sono tanti artisti, anche grandi, che hanno detto 'Sì, sì, veniamo, però ti prego fammi incontrare Vasco'. Il nostro problema era di far incontrare Vasco agli artisti. Non era di riprenderli. Perché lui ha un carisma naturale, l'ha sempre avuto però forse l'ha sviluppato ancora di più. L'ha sviluppato ancora di più per la sua coerenza. E questa cosa arriva"
Se dovessi raccontare Vasco con una sua canzone, quale scegliereste?
E' difficile dire e ce ne sono tante. Però posso dire quali sono le mie tre canzoni preferite di Vasco..."
La prima...
"E' sicuramente Sally, che è un mondo, una sceneggiatura. E' una persona viva, che noi conosciamo nella vita di tutti i giorni e c'è anche tra il pubblico e questo io l'ho detto"
Poi...
"Albachiara ovviamente ci sta, però quella che mi piace in questo momento è 'Se ti potessi dire': a mio parere si tratta del nuovo inno di Vasco, c'è una frase iconica che noi abbiamo colto perché è arrivata in modo assolutamente estemporaneo, non prevista, che è 'senza rimpianto'. Ecco, vedetelo, vedetelo questo docufilm perché davvero vi lascerà senza rimpianto"
Com'è Vasco dietro le quinte. Ci racconti qualche aneddoto del tuo backstage con il rocker più amato d'Italia?
Intanto bisogna dividere Vasco ai concerti e Vasco nella vita normale, con le sue curiosità, intellettuali, perché è una persona che legge, è una persona informata"
Vasco dietro le quinte...
"Ha le sue regole e i suoi tempi, per cui tu sai che ha degli orari, come dire, preformati. Però è una persona assolutamente tranquilla e accogliente. La cosa bella di Vasco, è che oramai ha uno staff che è una macchina perfetta, che noi facciamo vedere: vi abbiamo portato dietro le quinte. E partiamo dal palco di Vasco con Claudio Amendola. Vi devo dire che lui era emozionato molto più di me, perché ovviamente io ero abituato, ma per Claudio che è un grande attore, muoversi dietro le quinte del concerto era una gioia. Infatti, a un certo punto abbiamo dovuto tenere a freno, perché la gente lo chiamava e Amendola non ci sottraeva a nessuno, ma noi dovevamo girare. Ho detto 'Claudio ma il concerto fa Vasco non è che lo fai tu' (ride, ndr)"
Vasco a parte che sono i cantanti con cui hai lavorato che ti hanno maggiormente colpito?
Ogni cantante di questi che ho raccontato è un mondo a parte. Io ho la fortuna di lavorare e di raccontare persone che amo veramente, nel senso che mi piacciono. E ognuno ha un suo modo di essere. Paolo Conte è di una straordinaria eleganza. Ero assolutamente affezionato ad Enzo Jannacci - anche Vasco peraltro e l'ha dimostrato. E Pino Daniele: carattere difficile, ma era anche capace di generosità. Una volta litigammo - storia lunga - ma lui per scusarsi poi mi registrò voce e chitarra a testa in giù, che è quel brano che contiene il pezzo nero a metà. E quel pezzo è all'inizio, il mio docufilm 'Il tempo resterà'.
A proposito di Pino Daniele, andrà in onda il quattro di gennaio su Rai3. Di questo progetto ci puoi raccontare qualcosa?
Il progetto di di Pino Daniele è stato per me un banco di prova, perché si è trattato del mio primo progetto cinematografico dopo tutta una serie di puntate di 'unici'. E ne facemmo una dedicata a Pino Daniele che riscosse un grandissimo successo. Non c'era ancora RaiPlay, ma ebbe oltre 2 milioni di download. Questa cosa ci convinse a rischiare un docufilm"
Se potessi scegliere un altro documentario per raccontare un grande cantante italiano e uno internazionale con cui non hai mai lavorato, chi sceglieresti e perché allora tra gli italiani ce ne sono molti?
Tra gli italiani ci ne sono molti, su alcuni sto anche lavorando e non lo dico per scaramanzia. Ce ne sono anche altri che invece ingiustamente sono stati trascurati. Mi sarebbe mi sarebbe piaciuto molto raccontare Ivan Graziani per esempio. O anche Bruno Lauzi che ingiustamente è stato trascurato invece è stato un grandissimo autore"
Tra gli internazionali...
"Ce ne sono tanti. Io amo in modo speciale Van Morrison, che adesso insomma finalmente raccoglie in tarda età. E' un autore straordinario, cantato da molti altri, ma con una voce e con una caratura artistica che molto spesso vediamo nei suoi film. Per esempio nel film Belfast, quasi tutta la colonna sonora è di Van Morrison. Ecco mi piacerebbe molto fare un documentario su Miles Davis. La musica è di per sé un racconto ma quando dietro la musica c'è un personaggio vero, questo racconto è ancora più forte. Ecco, l'importante è trovare dei personaggi veri"
Il 2025 alle porte. Su cosa stai lavorando per il nuovo anno?
Eh, non lo dico per scaramanzia (sorride, ndr)
E POI... VASCO ROSSI, IL DOCUFILM SU PINO DANIELE E... GUARDA LA VIDEO INTERVISTA
“Vasco Rossi – I Magnifici 7”
Sabato 28 dicembre, in esclusiva in prima serata su Canale 5 “Vasco Rossi – I Magnifici 7”. Uno speciale scritto e diretto da Giorgio Verdelli, condotto da Claudio Amendola, dedicato a Vasco e ai suoi straordinari 7 concerti allo Stadio San Siro di Milano di giugno del 2024, che hanno attirato 400.000 spettatori da tutta Italia. Un film emozionante con le immagini di questi 7 memorabili concerti, le testimonianze esclusive raccolte tra il pubblico e un’intervista a Vasco a stadio vuoto dalla forte carica emotiva.
Un vero e proprio tuffo nel mondo del rocker, nella sua musica, nelle sue canzoni immortali – da Albachiara a Se ti potessi dire, da Siamo Solo Noi a Gli Sbagli che Fai, Vita Spericolata, Basta poco e Quanti anni hai - ma anche un tuffo in quello che rappresenta per l’immenso pubblico che lo venera e che ogni volta riempie gli stadi di tutta Italia. Una full immersion nei 7 show a San Siro (che portano il suo record a 36 sold out al Meazza) per scoprire, grazie al racconto di Claudio Amendola, gli angoli più nascosti, i segreti della macchina perfetta che in ogni occasione riesce a creare qualcosa che assomiglia più a un pellegrinaggio e a un rito di massa che non a un live show. Tra il pubblico allo stadio anche gli amici del “Komandante” affollano gli spalti: ciascuno con le proprie canzoni preferite, con un ricordo legato a un momento particolare della vita o una carezza ricevuta da un brano di Vasco.
Tra i volti noti, Eros Ramazzotti ricorda che hanno iniziato la loro carriera insieme, 40 anni fa, e da allora sono rimasti sempre legati. Giuseppe Fiorello e il figlio Nicola hanno vissuto il concerto insieme e il ragazzo confessa che per lui le canzoni di Vasco sono: “un appoggio e una boccata d’aria”. Luca Argentero dichiara: “Vasco è la più grande storia della musica italiana e ha un minimo comune denominatore: le emozioni”. Noemi afferma: “I concerti di Vasco sono lo show per antonomasia. La sua scaletta non è fatta di hit, ma di evergreen”. Emma riflette sul modo di raccontare le donne del cantautore di Zocca: “Vasco racconta le donne in un modo particolare perché le venera, le ama e le adora”. Tra loro anche Roberto Bolle innamorato di Albachiara, J-Ax, Flavia Pennetta e Roberta Vinci e Ornella Muti. Non mancano, poi, i giovani cantautori diversissimi tra di loro, eppure così appassionati dalla poetica di Vasco, come Tedua, Bresh, Riccardo Zanotti de I Pinguini Tattici Nucleari, Gazzelle e Olly. Tutti si sono formati con le canzoni del Kom e cantano: “Siamo solo Noi generazione di sconvolti che non ha più santi né eroi”, come se fosse stato scritto per loro.