MediaTech
Verizon acquisisce Yahoo: così scompare un marchio storico del web
Verizon conquista Yahoo per 4,8 miliardi di dollari. Cifra impensabile fino a qualche anno fa. Ascesa e declino di un marchio storico del web
Yahoo alla fine ha deciso: venderà a Verizon. Nessuna sorpresa dell'ultimo minuto: il gigante delle Tlc, sin dall'inizio indicato come il favorito per la corsa, ha vinto. L'affare si chiude per 4,8 miliardi di dollari.
La cifra, che include l'attività core di Yahoo e i suoi asset immobiliari ma non i brevetti, è importante. Tuttavia è una somma minuscola rispetto alle quotazioni raggiunte da Yahoo negli anni del successo. Pochi, nei primi anni 2000, avrebbero immaginato la vendita di uno dei colossi del web per meno di 5 miliardi. Basti dire che il fondatore, Jerry Yang, nel 2008 rifiutò un'offerta di Microsoft da 44,5 miliardi di dollari perché ritenuta “inferiore al valore della società”. Molti azionisti, a dir la verità, si erano resi subito conto dell'errore: Microsoft offriva infatti 31 dollari per azione, con un premio superiore al 62%. Per quell'errore Yang lasciò la guida del gruppo. Ma era comunque difficile immaginare, meno di otto anni dopo, la vendita a un prezzo inferiore di dieci volte.
Le aspettative riservate all'arrivo di Marissa Mayer, pescata in Google, non sono state rispettate. Yahoo ha chiuso il 2015 con una perdita netta di 4,35 miliardi. Dal 2012 al 2015 ha tagliato il 20% della forza lavoro. Ma senza risollevare le proprie sorti. Acquisizioni discutibili (prima tra tutte quella di Tumblr per 1,1 miliardi di dollari) hanno fatto il resto, mortificando il core di Yahoo, che si ritrova nel 2016 ad avere l'asset di maggior valore in una partecipazione (quella in Alibaba).
Con l'acquisizione di Yahoo, Verizon presidierà il web, anche se non sono ancora chiari i dettagli dell'integrazione. E non è ancora certo che Yahoo scompaia come marchio. Certo è, invece, che finisce l'era di un gruppo-icona di internet. Un gruppo capace di arrivare prima degli altri (è stato fondato nel 1994) ma non di gestire il vantaggio acquisito. O forse l'errore è stato questo: tentare di gestire, con un pizzico di presunzione che ai tempi fu rimproverata a Yang, e non investire sul futuro.