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Geolier vince Sanremo 2024, a meno che Warner dica no a Napoli al foto finish

di Antonio Amorosi

Vince ancora chi ha più fame, il rapper neomelodico napoletano che parla della strada, blindato da Warner e company ovvero la pigrizia delle case discografiche

Sanremo: cordate di potere e i "like". Volete ridere? Bob Sincler: "Il mio sogno è fare un pezzo con lui, è fantastico. Geolier è il numero 1, sono venuto a Sanremo per lui"

Bisogna aver girato la Campania per capire Geolier, come ha fatto la gavetta dal 2018, zona per zona, con folle di ragazzini ad assediarne i concerti, che si identificano nei suoi versi di strada, su quel tipo di società che si sente esclusa. Identità, riscatto, diversità dal resto d’Italia, come quando il Napoli vince lo scudetto nel calcio e anche chi non è tifoso festeggia.

Ed è sui numeri che punta la Warner Music Group, mica chiacchiere. Business is business, a discapito dell’originalità, della musica, dell’innovazione e anche della potenza sonora. Ma oggi è già un miracolo che qualcuno che non sia passato da un talent riesca ad emergere ed è pure perfetto per tutti. Zero ricerche, zero sbattimenti, ottimi risultati, dicono i malevoli. Qualcuno sta cercando i Rage against the machine o i System of down italiani (magari ci siamo anche evoluti dalle solite canzonette) o solo semplicemente il prossimo Zucchero o Vasco Rossi!? Neanche a parlarne. Troppo impegno non remunerato.

Sanremo con vincitore già scritto? I numeri di Geolier

Il verdetto sembrava già scritto martedì, quando con Affaritaliani abbiamo parlato, per la prima volta, con gli ambienti discografici milanesi. La serata delle cover ha blindato il giovane rapper, con il sigillo milanese di Gue Pequeno (Club Dogo-Universal), Gigi D’Alessio (il Baglioni napoletano-Sony) e Luchè (ex Co’ Sang, hard core hip hop napoletano-Warner), al di là delle etichette discografiche. Volete ridere? Bob Sincler, uno dei dj più famosi al mondo, ha detto: "Il mio sogno è fare un pezzo con lui, è fantastico. Geolier è il numero 1, sono venuto a Sanremo per lui". Lui ne conosce le qualità, l'Italia (ad esclusione della Campania) no.

Quest’anno è il turno della Warner e deve vincere, punto. L’etichetta presenta la stragrande maggioranza dei cantanti in gara, Angelina Mango, Ghali, Annalisa, Loredana Bertè (l’unico guizzo della kermesse), Irama e appunto Geolier, solo per citarne alcuni.

I numeri di YouTube dei due artisti Warner, che si contendono lo scettro finale sono chiari. Geolier con “I p’ me, tu p’ te”, 3,4 milioni di visualizzazioni e Angelina Mango con “La noia”, 1,9 milioni, vedono il rap neomelodico schiacciare il ritmo sudamericano della figlia d’arte, uscita dal talent Amici di Maria De Filippi (commovente l’esecuzione della cover de “La Rondine” del padre Pino, anche a dimostrazione della qualità esecutiva dei cantanti di oggi se confrontata con la fragilità compositiva degli autori attuali).

Ma Geolier ha i numeri anche solo guardando Youtube. Solo “P Secondigliano” ha 52 milioni di visualizzazioni, “Come vuoi” 46 di milioni, "Narcos” 40. A meno che ci sia una retromarcia all’ultimo minuto, molto improbabile, che faccia deviare radio amiche e marketing su qualcun altro della batteria, Warner ha già deciso la sua prima scelta. Il battage pubblicitario martellante è un lavoro lungo e complesso, questo sì, e si intreccia con chi vota da casa, amplificando così il deserto musicale del Paese.

Sanremo: le contraddizioni di una direzione artistica che blinda il business facile delle case discografiche

“Vince Geolier, anche se fuori dalla Campania non lo capisce nessuno e non è certo Pino Daniele”, ci aveva detto martedì ridendo un discografico sempre bene informato. Ma l'edizione 2024 del Festival, sotto la guida artistica di Amadeus, si trova al centro di una contraddizione culturale esplosa proprio con le parole del rapper napoletano, uscito vincitore della serata delle cover ma fischiato dall’Ariston con la gente che lasciava la sala. Geolier: “È stato il momento più brutto della della mia carriera”.

La scelta di puntare quasi esclusivamente su cantanti che dominano le classifiche digitali sembra trascurare un aspetto fondamentale: la pluralità, la ricchezza culturale, altri generi musicali che potrebbero fare gli stessi numeri nello streaming se qualcuno ne organizzasse i mezzi. Bravi coloro che hanno riprodotto il rap e l’hip hop americano in Italia, costruendo una scena, ma la musica leggera, il jazz, il rock, il punk, il metal, la musica d'autore e altri generi esprimo molti artisti davvero autentici che nessuno considera.

Il ruolo della RAI, servizio pubblico, non direzionato verso gli italiani bensì ad accontentare i desideri commerciali della case discografiche, amplifica l’esistente. Una monocultura pop, in cui l'innovazione viene confusa con la popolarità momentanea, dove potenza e qualità si ritrovano le porte del mercato sbarrate.

Sanremo, come verrà proclamato il vincitore

Le prime 5 canzoni vanno allo scontro finale dopo una media dei voti delle serate precedenti. A quel punto si azzera tutto e il Televoto, (incide per il 34%), la Giuria della Sala Stampa (33%), Tv-Web e giuria delle Radio (33%) determineranno chi avrà vinto a il mercato musicale del prossimo anno.

Ma l’edizione 2024 solleva interrogativi profondi sul futuro dell’industria musicale italiana. Viviamo in un'era in cui i "veri" artisti vengono esclusi se non hanno alle spalle macchine promozionali potenti. In questo contesto, il ruolo del governo e della Rai, ente pubblico che dovrebbe garantire pluralità e inclusività, diventa cruciale ma è attulmente monco.

È il momento di intervenire, di riformare un sistema che sembra aver perso di vista il suo scopo primario: quello di promuovere la cultura musicale in tutte le sue forme. Sanremo 2024 si chiude con un bilancio negativo sulla qualità. E’ ancora il festival della canzone italiana o solo l'ultimo episodio di una serie tv in cui a vincere sono le cordate di potere e i "like"?