Medicina

Scuole aperte, un 'liberi tutti' non basta. Essenziale il supporto psicologico

di Laura Parolin*

Non basta un “liberi tutti” per ricominciare da dove eravamo. L’apertura delle scuole è poco più di un atto burocratico

Riaperte le scuole, è ora di recuperare il tempo perso e di mettere in atto misure concrete a sostegno del benessere psicologico dei nostri ragazzi.

Dal 12 aprile la maggior parte delle regioni italiane è entrata infatti in zona arancione: le lezioni sono tornate in presenza fino alla terza media, mentre solo parzialmente dal 50 al 75% per le superiori.

Un rientro a singhiozzo che vede decine di migliaia di ragazze e ragazzi tornare in aula, in un “quotidiano” che tutto ha tranne che del quotidiano per come lo conosciamo. Matteo Lancini nei mesi scorsi ha tanto parlato di bisogno di adattarsi a una “nuova normalità”: ancora difficile dire, oggi, cosa significhi nel concreto. E purtroppo questa “nuova normalità” non fa sconti, ormai dall’inizio della pandemia, per una fascia della popolazione in particolare: gli adolescenti.

Di certo sappiamo che lo scarso investimento nella salute psicologica che il governo italiano ha messo in campo durante la pandemia, ci trova oggi di fronte ad una chiara risposta alla domanda: saremo in grado di gestire le conseguenze psicologiche del rientro per i nostri ragazzi? No, almeno per ora.

Per tutti gli adolescenti italiani resta allora da risolvere un cubo di Rubik che oggi non include più solo i compiti che sono propri della fase di sviluppo (che possono coinvolgere la relazione con i genitori, quella con i pari, quella con sé stessi e il proprio corpo che cambia) ma anche la consapevolezza di una rottura tra il prima e il dopo a causa della pandemia. Una pandemia che ha portato con sé la paura del contagio, l’esperienza della morte (che sia quella dei propri cari, così anche quella delle centinaia di persone raccontate nei media quotidianamente da un anno a questa parte), l’isolamento forzato da quel quotidiano che è una palestra tanto fondamentale per la stabilità e la buona crescita di ogni ragazzo/a.

*Presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia