BNP Paribas Cardif presenta la nuova Ricerca Salute 4.0
Presentata a Milano la ricerca "Salute 4.0: curarsi nell'era digitale, generazioni a confronto", commissionata da BNP Paribas Cardif e realizzata da Eumetra MR
BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia, presenta nella suggestiva cornice di Torre Diamante la ricerca “Salute 4.0: curarsi nell’era digitale, generazioni a confronto", condotta dall'Istituto di ricerca Eumetra MR.
La ricerca si è posta l'obiettivo di indagare la percezione dei cittadini maggiorenni sul fronte di benessere e salute, approfondendo aspetti come l’ipocondria, la spesa per la salute, il web e le fake news, la privacy e la sicurezza, il ruolo dell’innovazione tecnologica e l’importanza del settore assicurativo privato per tutelare le famiglie.
Isabella Fumagalli, Head of Territory for Insurance in Italy di BNP Paribas Cardif, ha illustrato ad Affaritaliani.it lo scenario assicurativo in ambito salute e benessere, sottolineando l'impegno del Gruppo: "Ci siamo accorti, da assicuratori, che le persone stanno cambiando il loro approccio a numerosi aspetti della vita, anche e soprattutto a quello della salute: la vicinanza nei confronti delle persone, in particolare nei momenti di difficoltà - come ci capita spesso, in qualità di assicuratori - fa la differenza nella qualità del rapporto e nella capacità di portare un contributo concreto al sistema. Le assicurazioni sono oggi chiamate a dare un importante contributo a livello sociale, in ambito welfare e non solo, e hanno la fortuna di potersi appoggiare a una grande casistica di persone, così come a una immensa base dati che permette di andare incontro alle esigenze delle persone e, soprattutto, a prevenirle".
Dalla ricerca effettuata, è emerso che il rapporto degli italiani con la propria salute e l'approccio alle cure è drasticamente mutato grazie due aspetti fondamentali: l'innovazione tecnologica e l'aumento delle aspettative di vita.
Fino a pochi decenni fa, il rapporto medico-paziente era diretto e privo di "intermediari": alla prima sintomatologia, si consultava il proprio medico di famiglia per verificarne le cause e accertarsi di essere in buona salute. Con l'avvento della rivoluzione digitale, il web è divenuto il principale punto di riferimento non solo per i nativi digitali, ma per tutte le generazioni.
La ricerca ha infatti rilevato che, se in occasione di un problema di salute accertato ci si rivolge principalmente al proprio medico, di fronte ai primi sintomi, invece, ci si informa prima su internet, sebbene molti reputino questo strumento poco attendibile. La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di saper distinguere una fake news, anche se il 29% del campione è stato vittima, almeno una volta, di una “bufala” del web (i giovani sono i più esposti). Di chi ci si fida quindi? Dei medici e farmacisti al primo posto (91%) e meno del web e dei social (36%).
Ma come si sentono gli italiani? Una buona quota degli intervistati dichiara di sentirsi in ottima salute (42%), soprattutto la Generazione Z, ma non in perfetta forma (30%), e questo indipendentemente dall’età. Contrariamente a quanto ci si aspetti, infatti, sono i Senior a dichiarare un migliore stato di benessere percepito (40%) rispetto alle altre generazioni.
La ricerca ha analizzato anche il disturbo dell’ipocondria, scoprendo che in Italia sono circa 9 milioni (18%) le persone maggiorenni che presentano un atteggiamento ossessivo medio-alto, e considerando solo chi mostra i segni di una patologia più importante (soprattutto le donne), il 79% è convinto di non essere in salute e ha speso negli ultimi 12 mesi ben l’80% in più rispetto alla media nazionale per prestazioni o acquisto di medicinali a pagamento.
Gli italiani mostrano una certa diffidenza verso l’uso delle medicine, hanno paura di perdere la propria autonomia (66%), fanno poca prevenzione, soprattutto gli uomini, e pensano che per mantenersi in salute sia sufficiente avere una corretta alimentazione e fare attività fisica. Negli ultimi 12 mesi, l’88% ha dovuto sostenere una spesa di “tasca propria“ per curarsi, spendendo in media circa 268 euro, e il 58% ha dovuto rinunciare almeno una volta nella vita alle cure per questioni economiche, soprattutto alle prestazioni più costose come il dentista.
In tema Intelligenza Artificiale applicata alle pratiche mediche, è emerso che l'84% degli intervistati non rinuncerebbe mai al rapporto umano con un medico. Per otto su dieci, infatti, la tecnologia dovrebbe affiancare e supportare il medico nello svolgimento della sua attività, senza però sostituirlo.
La dottoressa Giulia Veronesi, Responsabile della Sezione Chirurgia Robotica dell’ospedale Humanitas di Rozzano, ha ripercorso ai microfoni di affaritaliani.it le principali possibilità offerte dalle nuove tecnologie: "L'Intelligenza Artificiale sta modificando profondamente il modo di procedere da parte dei medici, in particolare faccio riferimento alle procedure diagnostiche: abbiamo grandi progetti in grado di implementare le possibilità di diagnosi precoci grazie alla tecnologia. Anche la robotica sta amplificando le capacità tecniche dei chirurghi dal punto di vista manuale, visivo e cognitivo, offrendo una vera e propria assistenza a cui i medici non potranno più rinunciare".
Il giudizio sul servizio sanitario nazionale risulta essere moderatamente positivo, ma non sempre apprezzato (solo il 20% si dichiara molto soddisfatto e il 40% abbastanza). I più critici sono i cittadini del Sud Italia e delle Isole, mentre l’insoddisfazione è legata principalmente ai tempi di attesa e al costo del ticket. Questo ha spinto negli ultimi 12 mesi molti consumatori (44%) a rivolgersi alle Compagnie assicurative per tutelarsi con una polizza privata sulla salute. Se da un lato restano tanti gli italiani che non hanno mai attivato una polizza, dall’altro ben due terzi mostrano un interesse verso i prodotti di nuova generazione.
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