Medicina

Coronavirus: contagio in base al gruppo sanguigno?

Coronavirus: un gruppo sanguigno sarebbe più esposto

Un recente studio di alcuni ricercatori cinesi dell’università di Shenzhen ha rivelato che le persone reagiscono diversamente al coronavirus forse anche in base al proprio gruppo sanguigno. Il gruppo A sarebbe più esposto al virus, mentre quello 0 presenta un rischio più basso. Lo studio ha dei precedenti, ma non è ancora confermato e va approfondito, tuttavia i dati raccolti sono comunque un passo avanti nella lotta al virus.

Alcuni gruppi sanguigni, in particolare il gruppo A, potrebbero essere leggermente più vulnerabili a Covid-19. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori cinesi della Southern University of Science and Technology di Shenzhen, insieme ad altri colleghi. Si tratta di uno studio non ancora sottoposto a peer-review, disponibile sul sito MedRxiv, che rimbalza sulla stampa internazionale.

Coronavirus, i ricercatori: 'Il gruppo sanguigno A presenta un rischio più elevato'

I ricercatori sono arrivati ​​a questa conclusione dopo aver analizzato campioni di sangue di 2.173 pazienti con Covid-19 in tre ospedali nelle città cinesi di Shenzhen e di Wuhan, primo epicentro dell'epidemia. Poi hanno confrontato queste informazioni con i dati di 3.694 persone sane a Wuhan e 23.386 a Shenzhen. Ebbene, analizzando tutti i risultati, i ricercatori hanno concluso che "il gruppo sanguigno A presenta un rischio significativamente più elevato di Covid-19" rispetto ai GRUPPI non A. Mentre i soggetti di gruppo 0 "hanno un rischio significativamente più basso per la malattia infettiva".

La differenza potrebbe essere spiegata da alcuni anticorpi nel sangue, ma sono necessari ulteriori studi per confermare il fenomeno e spiegarlo, hanno detto gli autori. Lo studio potrebbe avere implicazioni per gli operatori sanitari che trattano pazienti Covid-19, hanno aggiunto i ricercatori, poiché quelli di gruppo A "potrebbero aver bisogno di una protezione personale particolarmente rafforzata per ridurre il rischio di infezione". Ma gli stessi autori sottolineano il fatto che si tratta di un lavoro limitato, che mette in luce l'utilità di ulteriori studi.