Medicina

Coronavirus, le armi più promettenti nella corsa alla cura in America

di Daniele Rosa

Dall’intelligenza artificiale al plasma dei pazienti guariti, tanti sforzi per vincere la battaglia

Attualmente esiste un solo farmaco che si è dimostrato utile, dopo rigorosi test scientifici, nel trattamento del COVID-19. Questo farmaco è l'antivirale remdesivir, prodotto dalla Gilead Sciences. Purtroppo però sembra che i comprovati benefici del remdesivir siano modesti: ridurre le degenze ospedaliere da 15 a 11 giorni.

Sicuramente c'è un urgente bisogno di terapie innovative e soprattutto risolutive. Qualcosa fortunatamente si sta muovendo anche negli Stati Uniti. Alcuni vaccini sono nella fase dei test, altri inizieranno a breve, altri ancora sono all’inizio della pipeline. 

Il primo di questi è il Plasma prelevato dai pazienti che hanno sviluppato la malattia e si sono ripresi. Questo plasma contiene gli anticorpi prodotti per combattere la malattia. La teoria conferma quindi che dare questi anticorpi ai malati potrebbe aiutarli a combattere il Coronavirus. Un approccio, con luci ed ombre, ma già utilizzato in occasione di malattie come Ebola e Sars. Mayo Clinic e Michigan State University stanno concentrando gli sforzi di ricerca per migliorare questo tipo di cura. Un approccio similare alle globuline iperimmuni. Il  Plasma sarebbe utile anche per gli operatori sanitari e soggetti ad alto rischio, oltre che sui pazienti contagiati da Covid19.

I secondi sono  farmaci antivirali. Uno di questi è il Remdesivir che blocca la capacità del virus di fare copie di se stesso e replicarsi nel corpo.

I farmaci antivirali ( Remdesivir a parte) sono stati usati nella cura per l’HIV ma per il Covid non hanno ancora dimostrato un vero valore. Fra questi però uno promettente e su cui si sta studiando è il EIDD-2801.Realizzato dagli scienziati di una no-profit di proprietà di Emory University.Ha dimostrato di poter ridurre, per ora sugli animali, i sintomi della Sars, causata dal Coronavirus.  Merck ha fatto un accordo con Ridgeback Bhioterapeutics per svilupparlo. Sono già iniziati i test sull’uomo per questo farmaco che puo’ essere assunto in pillola e non per  via endovenosa.

 

 

I terzi sono gli anticorpi monoclonali. Sono molecole di laboratorio che possono imitare gli anticorpi del sistema immunitario umano. Possono essere utilizzati per colpire le cellule di un tumore o altre cellule indesiderabili, come quelle che sono state infettate da virus. Sono stati usati con successo per malattie come cancro e artrite reumatoide. Integrano il sistema immunitario di un paziente con anticorpi diretti contro un invasore.Molti i gruppi che stanno studiando versioni di anticorpi monoclonali. La società canadese AbCellera insieme a Eli Lilly hanno cominciato gli studi sull’uomo. Un secondo farmaco di anticorpi monoclonali è quello prodotto dalla società Regeneron.

I quarti sono i modulatori immunitari. Il Coronavirus manda in overdrive il sistema immunitario umano e colpisce maggiormente i polmoni e rendono difficile respirare. Sul mercato esistono già farmaci in fase di test per ridurre la risposta immunitaria su pazienti con Covid19. Il problema è che al momento questi farmaci sopprimono la risposta immunitaria e quindi la capacità di combattere il virus.

Per il futuro il progetto voluto da Donald Trump è quello di un Consorzio per ricercare i migliori farmaci e progetti. Si comincia a creare modelli al computer che presentano come il virus attacca le cellule e poi altrettanti modelli di contrasto all’infezione con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Ma la battaglia è ancora lontana dall’essere vinta.